Attualità
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19/01/2012 16:53

Forza d’Urto, Lombardo ai Forconi: Fatemi parlare con Monti

Restano i blocchi

di Redazione

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La manifestazione di stamani a Scicli
La manifestazione di stamani a Scicli

Palermo – Si è concluso alla Presidenza della Regione siciliana, il vertice tra Raffaele Lombardo, i prefetti di Palermo e Catania e una ventina di rappresentanti dell’Aias e dei Forconi (prima della riunione il governatore ha incontrato in separata sede Giuseppe Richichi e Mariano Ferro, leader dell’Aias e dei Forconi). “Non c’è pieno controllo del movimento”, ha detto Lombardo, ai giornalisti che gli hanno chiesto se dopo il vertice i blocchi saranno rimossi. “Non credo che ci siano matrici politiche. E’ possibile però – ha proseguito – che ci siano tentativi di infiltrazione e strumentalizzazione. Non sta a me appurare se ci sono presenze mafiose tra i manifestanti, se ci sono lo accerterà la magistratura e adotterà le giuste sanzioni. Ho chiesto con una lettera un confronto col premier Monti su alcuni punti delle rivendicazioni poste dal movimento che sta protestando in Sicilia, dalle accise sulla benzina ai costi dei trasporti”. Il presidente degli autotrasportatori dell’Aias, Giuseppe Richichi, dal canto suo ha commentato: “Dal Presidente della Regione abbiamo ottenuto degli impegni. Vedremo. Sui blocchi e su eventuali nuove forme di protesta decideremo nel pomeriggio a Catania, dove terremo nelle prossime ore un’assemblea”.

 

Modica i Forconi: “Apolitici siamo, apolitici restiamo”

 

Unione e compattezza tra i manifestanti, comprensione e solidarietà da parte dei cittadini. Cresce la protesta del Movimento dei Forconi e sono numerosissimi gli autotrasportatori, gli agricoltori, gli artigiani, gli operai e i lavoratori di tutte le categorie produttive, ma anche gli studenti e le donne che continuano a raggiungere i presidi per sostenere i manifestanti o ingrossare le file dei cortei. Vogliono gridare la propria disperazione per le eccessive tassazioni, il carovita e la crisi che mette in ginocchio le aziende, le attività commerciali, le famiglie e più in generale la Sicilia e i siciliani.

I manifestanti sfidano il gelo convinti, sempre più, della validità della protesta e della necessità di dover chiedere maggiori diritti per il futuro dei figli e vogliono continuare a lottare in attesa di risposte da parte delle istituzioni.  “La partecipazione è altissima – dice Piero Bellaera coordinatore di Modica – anche molti commercianti stanno autonomamente decidendo di chiudere le proprie attività e di raggiungere i presidi perché hanno capito le ragioni di questa protesta che riguarda tutti”. La “rivoluzione culturale” che Mariano Ferro, leader del Movimento, aveva annunciato, sembra essere in atto.

“Siamo riusciti a coinvolgere la gente, – dice Bellaera – a superare l’iniziale diffidenza e ora dobbiamo ringraziare quanti si uniscono a noi e quanti ci sostengono anche portando delle vivande in questi giorni”. Molti artigiani, in maniera anonima, si sono presentati nei presidi con carichi di viveri e bevande calde, ma anche molti privati, donne e casalinghe hanno portato ristoro e conforto ai manifestanti che anche nelle fredde notti hanno mantenuto i presidi riscaldandosi con dei bracieri accesi e degli indumenti pesanti.

“Siamo disposti a fare qualsiasi sacrificio pur di continuare la lotta, perché dobbiamo uscire da quest’immobilismo, perché così non si può andare avanti. – dice Bellaera – Siamo fiduciosi che qualcosa cambierà. Non si può ignorare un movimento così grande che urla a gran voce la propria sofferenza. La politica deve dare delle risposte e se non ci saranno siamo disposti a continuare la protesta ad oltranza. Vogliamo solo lavorare e fare lavorare bene le nostre attività e speriamo in un rilancio dell’economia. Adesso dobbiamo solo mantenere la calma, snellire le file e cercare di creare meno disagio possibile nelle nostre città”. Gli organizzatori si dissociano da quanti organizzano cortei spontanei o creano problemi o blocchi delle arterie.

“Dobbiamo agire nella legalità ed evitare ogni tensione. – dice Carlo Nanì – Il movimento in poco tempo è cresciuto in maniera esponenziale e oggi stiamo scrivendo una pagina di storia”.

“Siamo apolitici e tali vogliamo restare – dice Giuseppe Giannone – vogliamo un cambiamento e per questo gridiamo il malcontento. Vogliamo faci sentire e far sentire la nostra voce anche a livello nazionale invece, nonostante paghiamo le tasse e facciamo parte dell’Italia, anche una protesta così eclatante viene tenuta ai margini dell’attenzione e dell’informazione”.

 

Modica, i nuovi Vespri Siciliani


Traffico rallentato, qualche prodotto più difficile da reperire sul mercato e carburante in esaurimento. Gli effetti della protesta dei lavoratori, uniti dal Movimento dei Forconi, in città si fanno sentire, ma i cittadini tollerano. Sono sporadici i lamenti, casi isolati i nervosismi per le lunghe file stradali. I modicani piuttosto, comprendono le ragioni della protesta e scendono in strada a protestare. Ieri al corteo, che si è snodato lungo corso Umberto, erano centinaia e centinaia gli studenti che hanno partecipato nonostante raggiungere Modica con i mezzi pubblici dai Comuni limitrofi comincia a diventare difficoltoso.

“Alcuni autobus sono stati soppressi perché scarseggia la benzina” dice una studentessa di Donnalucata. Nonostante le difficoltà i manifestanti si sono adunati in piazza Matteotti e poi via al corteo di giovani che rivendicano maggiori diritti per il loro futuro . “Vediamo i nostri genitori sempre più in difficoltà e il nostro futuro sempre più in pericolo – dice Cecilia Sammito che frequenta l’ultimo anno all’ITC – Sosteniamo la protesta nonostante perdiamo giorni di scuola e in questo momento per molti di noi è un grande sacrificio, ma ci rendiamo conto che la situazione è grave e in molti non capiscono le difficoltà in cui vivono le famiglie che non possono mandare i figli a scuola. Chi riesce a studiare non trova lavoro, raramente trova precariato e per un giovane è impossibile costruire una famiglia”.

“Le famiglie sono sempre più in difficoltà – ha detto Padre Scarso che sosteneva i manifestanti – sono crescenti i disagi dei cittadini, lo sconforto e il malcontento”.

Il corteo degli studenti, guidato da Concetta Spadaro, ha sfilato pacificamente per le vie del centro storico, e si è poi congiunto ad un nuovo corteo formato da commercianti, operai e donne che si sono spostati dal presidio del Polo Commerciale nel quartiere Sorda, e si sono uniti al corteo del centro storico. Una fiumana di gente. “Ogni giorno i cortei sono sempre più affollati e i partecipanti sempre più motivati – dice Concetta Spadaro – il malcontento regna tra le persone che lavorano e tutti uniti dobbiamo lottare per il nostro futuro”.

“Stiamo scrivendo una pagina di storia – dice Giovanni Barone del Movimento dei Forconi che ha preso parte al corteo – i giovani devono riprendersi in mano il futuro. La Sicilia e i siciliani devono recuperare la dignità”.

 

Modica, i Forconi ai negozianti: Chiudete, chiudete

 

“Chiudete, chiudete”. Questo il grido del corteo che si è snodato ieri lungo il centro storico di Modica. L’invito dei manifestanti era rivolto a tutti i commercianti ed era quello di unirsi alla protesta.

Il corteo si è fermato più volte davanti a qualche esercizio commerciale che ieri ha deciso di continuare a svolgere la normale attività nonostante in tutta la Sicilia infiamma la protesta dei lavoratori che chiedono meno tassazioni, maggiori diritti, il rilancio dell’economia nell’isola e garanzie per il futuro.

“La grande distribuzione mette in ginocchio le piccole attività – dice Piero Bellaera coordinatore di Modica del Movimento dei Forconi – la concorrenza è sleale, e a questo si aggiungono le numerosissime tasse. Le piccole attività sono in sofferenza e presto dovranno chiudere. Lottiamo anche perché occorrono maggiori controlli sulle merci e tracciabilità dei prodotti”.  Come più volte hanno detto i manifestanti “la protesta è di tutti e interessa tutti perché la Sicilia è al collasso”. Le voci cittadine del Movimento invitano ogni giorno tutti i cittadini a scendere in piazza e a partecipare alla protesta e nella giornata di ieri molti bar, panifici e artigiani in generale hanno deciso di non aprire, di tenere le saracinesche abbassate o di affiggere le locandine del Movimento nelle vetrine dei propri negozi in segno di solidarietà.

 

La Sicilia

 

Il Polo Commerciale è preoccupato


Il Consorzio Polocommerciale di Modica, nel manifestare la propria solidarietà a coloro che in questi giorni stanno manifestando a causa dei gravi problemi dell’economia reale del territorio siciliano, in queste ore cruciali non può più astenersi dal manifestare il proprio stato d’animo e la propria preoccupazione dinanzi al gravissimo danno che il ritardo delle istituzioni nella gestione di questa protesta sta causando anche alle proprie attività commerciali.

Vogliamo che sia chiara la nostra vicinanza a chi sta protestando, e anche la comunanza delle difficoltà economiche che tutti in questo grave momento di crisi indistintamente attraversiamo: tutti sentimenti che abbiamo reso palesi martedì scorso, scegliendo di chiudere i nostri negozi e di scendere in strada con i manifestanti.

E tuttavia, dopo quattro giorni di una protesta che si è allargata a macchia d’olio in un’area che coincide esattamente con quella dei nostri negozi, i nostri operatori si trovano a dover fare i conti con un vero e proprio azzeramento degli incassi. Tutto ciò a causa del fatto che, a differenza di tutte le altre attività artigianali e commerciali che hanno potuto scegliere se chiudere o meno, a noi questa libertà di adesione alla protesta non è stata concessa: il Polocommerciale ha letteralmente subito la presenza del presidio, che è stato imprudentemente autorizzato – unico caso in provincia di Ragusa – in pieno centro urbano e in coincidenza con un’area nevralgica della città.

Rischiamo, in questo modo, che la protesta si trasformi in una guerra tra persone che vivono lo stesso disagio: i nostri imprenditori, al pari degli autotrasportatori, degli agricoltori e di tutti gli altri che non reggono più alle difficoltà della crisi. Le nostre scadenze con l’erario, con le banche, con i nostri dipendenti non sono in nulla dissimili dalle loro.

Del danno economico che stiamo subendo anche noi, adesso, a chi dovremo presentare il conto? Noi ci troviamo in riunione permanente da giorni, per individuare delle soluzioni per i nostri operatori e a nome di tutti ci troviamo costretti a chiedere il riconoscimento di una sorta di “stato di calamità”: visto l’abbattimento del fatturato che stiamo registrando e che mette a repentaglio la stessa sopravvivenza delle nostre attività, questo non potrà che tradursi in moratorie bancarie e in molti casi cassa integrazione per i dipendenti.

Chiediamo alla politica, alle istituzioni locali, regionali e nazionali, di comprendere che questa protesta, fatta in questo modo, non può durare un’ora di più: si affrettino, allora, ad ascoltare le istanze di chi sta protestando, a convocarli a tavoli che non si limitino ad essere interlocutori e dilatori, a individuare soluzioni che liberino la Sicilia dai rischi che corre se la manifestazione si protrae.

Chiediamo che già da domani si ponga fine a questi presidi e la situazione torni alla normalità, altrimenti rischierà di degenerare in termini di ordine pubblico – giacchè molte frange estreme si stanno già lasciando andare ad insopportabili intemperanze – e in termini economici per le nostre aziende, che non sapranno più nemmeno contare le perdite subite. 

 

 

Ragusa. Sergio Magro, Ascom: Così si danneggia l’economia

 

“Totale e incondizionata solidarietà, a nome dell’intero sistema Confcommercio Ragusa, per i disagi, sempre più gravi e consistenti con il passare delle ore, con cui gli operatori commerciali della nostra provincia, alla luce del blocco dei Tir, sono costretti a confrontarsi”. E’ il tenore della dura presa di posizione del presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Sergio Magro, sulla manifestazione che in questi ultimi giorni ha interessato anche l’area iblea. “Ritengo che – continua Magro – pur nella legittimità delle rivendicazioni portate avanti dai manifestanti, le modalità della protesta finiscano con il danneggiare, ed in maniera seria, le aspettative delle numerose attività commerciali del nostro territorio che attendevano, tra l’altro, il periodo dei saldi per tirare una minima boccata d’ossigeno e che invece vedono frenate le proprie attese. Ecco perché Confcommercio provinciale Ragusa ribadisce la propria vicinanza nei confronti dei vari associati e si dichiara sin da ora disponibile a mettere in campo tutte le iniziative che si riterranno necessarie per superare questa fase complessa e difficile. Bloccare le attività produttive dell’intera Sicilia è stato un atto ignobile, che sta procurando un danno enorme all’intera economia e che causa disagi ai consumatori”.

 

Manifestazione studentesca a Pozzallo

Arriva anche a Pozzallo la protesta del movimento dei Forconi. I cortei si sono snodati per le vie della città concentrandosi per oltre due ore lungo il Corso Vittorio Veneto, viale Papa Giovanni XXIII  e via Torino, tutte arterie nevralgiche per il commercio e la viabilità.Un folto corteo a cui si sono aggregati tantissimi studenti delle superiori e il traffico cittadino ne ha risentito. E i disagi sinora avvertiti soprattutto da lavoratori e studenti pendolari, iniziano ora a farsi sentire anche per supermercati e farmacie, con vari distributori di benzina in città già “fuori servizio”. Ed ieri sera il Consiglio Comunale, convocato in seconda convoca con tanti punti all’ordine del giorno, dopo pochi minuti dall’insediamento ha sciolto la seduta esprimendo all’unanimità dei consiglieri presenti, maggioranza ed opposizione, piena solidarietà al movimento (Rosanna Giudice). 

 

 

Tutti i negozi chiusi anche nei paesi montani


Giarratana e Monterosso – Gruppi spontanei composti da artigiani, commercianti, pensionati e cittadini disoccupati  hanno creato  dei presidi all’ingresso del paese.  Compatti e decisi le migliai di manifestanti  presenti urlavano :  ” Giarratana e Monterosso Almo dicono basta!!!!, dobbiamo essere uniti contro la crisi, uniti per lo sviluppo, uniti contro le mafie , basta a nuove tasse .” A Giarratana  già da  giovedì 19 gennaio tutte le attività commerciali, artiginali e dei servizi hanno aderito nella totalità  allo sciopero generale indetto. A Monterosso Almo nella giornata di venerdì 20 gennaio la serrata sarà totale, chiusi panifici, bar, generi alimentari ed ogni  altra attività commerciale ed artigianale. Una lotta pacifica  e democratica dove non si tollererà alcun attegiamento sconsiderato delle possibili teste calde. Il portavoce del movimento spontaneo e popolare giarratanese ” ” Onda d’Urto” , Salvatore Azzaro, maresciallo dei carabinieri in pensione di Giarratana, presente alla manifestazione  di giovedì mattina (19.1)ha ribadito ” che i siciliani pretendono  che i diritti dei cittadini tutti  siano rispettati. Non vogliamo  più sopravvivere ma vogliamo  solo vivere onestamente del nostro lavoro per creare un fututo migliore per i nostri figli. Un ringraziamento va alle forze dell’ordine presenti per il loro lavoro duro e pericolo a difesa dei cittadini . Un ringraziamento va anche al vice sindaco di Monterosso Almo Gaetano Dibenedetto ed al Presidente del Cosiglio Comunale di Monterosso Almo  Salvatore Pagano, per la loro solidarietà  e la loro  presenza tra i lavoratori ed i cittadini  tutti.  Intanto scarseggiano i beni di prima necessita. Gli alimentari ancora  aperti presi d’assalto per comprare  pane, biscotti e latticini, ormai quasi introvabili. (Giovanni Bucchieri)