di Redazione


Due mesi fa la vicenda dei bimbi contesi ha mobilitato Ispica e tenuto con il fiato sospeso mamme e papà.
Protagonista la Giustizia, quella che imponeva di strappare anche con la forza i bambini, di 4 e 6 anni, dalle braccia del padre per portarli in una struttura in attesa che la madre andasse a ritirarli.
Fu questo l’aspetto che fece indignare l’opinione pubblica e spinse un’intera città a presidiare per una settimana la casa di C.A. nel tentativo di impedire che la violenza, comunque perpetrata sui bimbi, producesse un danno ancora più grave: sacrificare nella cieca fretta del presente ogni possibilità di scegliere con cura il futuro migliore per i piccoli.
Poi, nel braccio di ferro che ha visto gli Usa battere l’Italia senza resistenza alcuna, i figli di C.A. sono partiti per la California con la madre in un viaggio senza ritorno.
Nel frattempo C.A., in Italia padre che lotta per vedere i figli e in America rapitore di bambini con l’aggravante di essere italiano, ha dovuto mantenere rari e brevi contatti telefonici con i figli e trovare uno studio legale in California.
Convocato davanti al Tribunale californiano con ordine di comparizione in un periodo compreso tra il 28 febbraio e il 17 marzo, C.A. è volato domenica a Oakland dove il 4 marzo si terrà la prima udienza della causa che definirà l’affidamento dei piccoli, attualmente di esclusiva competenza della madre.
Per vedere i figli, però, C.A. dovrà aspettare ancora una settimana perché sono partiti per le vacanze invernali con i nonni. Ma quando torneranno, il padre potrà incontrarli soltanto in una struttura convenzionata con la Corte californiana e sotto la stretta sorveglianza di personale qualificato a relazionare parole, gesti e comportamenti.
A C.A. è vietato parlare italiano ma in compenso potrà parlare quanto vorrà, o meglio, per quanto tempo gli concederanno le sue tasche.
Infatti, trattandosi di una struttura privata, a C.A. parlare con i figli costerà 60 dollari l’ora. Del resto se è già difficile in Italia essere cittadini, titolari cioè di diritti e doveri, figurarsi all’estero.
E perdipiù in quell’America che ieri insegnava a scrivere la giustizia sul colore della pelle e oggi sul blocchetto degli assegni.
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