Attualità
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16/12/2007 00:00

Fratellini di Ispica, informare perchè la storia non si ripeta

di Redazione

«In tanti anni di carriera non mi è mai capitato di assistere a un caso simile».

Il tono della voce sconfortato per la poca considerazione in cui sono tenuti, professionalità, buon senso, umana sensibilità e fin troppo ovvie certezze scientifiche, è dell’assistente sociale Tony Blandizzi che davanti all’insistenza delle domande, passa il telefono al funzionario dell’Ussm: «In questo momento sto lavorando, parli con il collega» taglia corto Gaglione.

«Non è la prima volta – riprende amareggiato Blandizi – che ci si trova costretti a verbalizzare l’incapacità di eseguire un provvedimento di allontanamento per evitare di traumatizzare i bambini ai quali, con calma e delicatezza e solo se necessario, va modificato il contesto in cui vivono».

Modalità queste che per i figli di C.A. e K.K. sembrano non avere valore alcuno. «Occuparsi di minori è cosa piuttosto delicata. La materia impone riservatezza e silenzio». Parola dell’avvocato difensore di K.K., Giuseppe Barletta Caldarera. Una posizione questa che impedisce di conoscere l’esatta posizione della madre che ricorrendo all’utilizzo di un sito internet per cercare i figli mostra di conoscere poco le regole della riservatezza.

Non solo. L’appello, per la beffarda combinazione degli algoritmi dei motori di ricerca attivata dai nomi che imprudentemente, o cinicamente, la madre non si è curata di omettere, compare, con tanto di foto dei bambini, nel bel mezzo di una valanga di siti pornografici. Magari bastava una telefonata ai nonni o agli zii, se non al padre, oppure a un numero a caso dell’elenco telefonico di Ispica: la famiglia è conosciuta, il paese è piccolo e in tanti sapevano dove trovare i bimbi. Certo, K.K. avrà avuto i suoi validi motivi.

Come validi saranno stati quelli che nel venerdì nero dei suoi figli, le hanno impedito di essere presente. Tanto validi da non potere, magari tramite il suo legale, bloccare in alcun modo la violenza con cui il provvedimento da lei richiesto (immaginabile come l’atto d’amore di una madre che non riesce a stare lontano dai figli) si stava ripercuotendo sui suoi bambini.

Come valide sono le ragioni della legge, anche se inutilmente violenta e punitiva verso i deboli. Come validi sono i motivi di chi informa, perché venerdì come questo non si ripetano più.