di Redazione
Saranno i Servizi sociali di Ragusa, su disposizione della Procura etnea, ad occuparsi del passaggio dei bambini dalle mani del padre alla mani della madre. La notizia è del tardo pomeriggio di ieri quando C. A. è stato convocato nell’ufficio ragusano e gli è stato chiesto di portare con sé i bambini. C. A., ovviamente, i suoi figli li ha lasciati a casa.
«Le assistenti sociali – racconta C. A. – volevano definire una specie di programma di riconsegna. Come se i miei figli fossero dei pacchi e nemmeno fragili. Ho spiegato ampiamente la situazione e mi sono detto disposto a incontrare K. K. in un ambiente ritenuto consono e concordare con lei la soluzione migliore per il bene dei nostri figli. Siamo entrambi genitori».
Anche in questo caso le assistenti sociali si sono dichiarate «mere esecutrici del decreto» che deve essere applicato, in tempi rapidi, ed eseguito nel modo meno traumatico, se possibile.
«Ho spiegato che i bambini sono sotto choc – aggiunge C. A. – Hanno paura e sobbalzano ogni volta che viene aperta la porta di casa. Continuano a chiedere se “quegli uomini cattivi possono tornare ancora”. Ieri (venerdì, ndr) notte hanno dormito attaccati a me: il grande mi ha tenuto il braccio e il piccolo ha gridato il mio nome nel sonno. Del resto nemmeno io riesco ancora a pensare a quanto successo venerdì e alla violenza esercitata sui bimbi. Sono agitati e chiedono delle vacanze di Natale. Questi bambini hanno bisogno di seguire un percorso graduale e consono ai loro tempi e alle loro esigenze».
Le assistenti sociali hanno comunque assicurato che prospetteranno le perplessità del padre al Tribunale. Perplessità che dovrebbero invece essere competenza di chi di minori pretende di occuparsi. «Io mi sento un delinquente – conclude C. A. – perché mi dicono che non sto collaborando con la giustizia che mi mettono davanti agli occhi».
Alle 11 di stamattina è previsto un incontro tra C. A. e K. K.. Intanto l’on. Riccardo Minardo dell’Mpa ha scritto una lettera al ministro di Grazia e giustizia, Mastella, invitandolo a intervenire sulla questione «in nome della tutela dei due piccoli che non vogliono lasciare il padre, rispettando la loro volontà, senza creare come avvenuto venerdì panico e choc».
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