Un atto d'accusa durissimo
di Redazione string(0) ""
Catania – “Mio fratello non era sereno. Era una persona che se ne prendeva. Il mal di cuore, la pressione alta vengono quando subisci ingiustizie. Mio fratello non sopportava le ingiustizie.
Salvatore dall’Italia è stato trattato male, chi ha scritto male di lui lo sa, alcuni dei vostri colleghi scrivevano male di lui quando era malato e cantava con il mal di gola”.
Così, oggi pomeriggio, alla chiusura della camera ardente, al Bellini di Catania, Fabio Licitra, fratello del tenore scomparso.
“Alle ‘prime’ in alcuni teatri, i critici non ascoltavano l’opera, ma venivano a sentire solo se buavano. Lui diceva sempre: magari un giorno, quando non ci saro’ piu’, parleranno bene di me”.
“Non faccio nomi, ma i giornalisti che hanno parlato male di mio fratello in vita, sanno. Devono “mangiarsi i gomiti”, come si dice in siciliano”.
Fabio Licitra ha avuto parole di fuoco contro la sanità del sud ma non per i medici catanesi che hanno avuto in cura suo fratello. “I medici sono ormai amici, ho incontrato persone di cuore. Ringrazio Catania per quello che ha fatto, ma non mi piace questa terra: mi ha dato troppo dispiaceri. Al pronto soccorso hanno buttato soldi per fare una specie di serra. Un posto incredibile. Mio fratello, se l’avesse visto, sarebbe rimasto allibito”.
I funerali di Salvatore saranno celebrati venerdi’ alle 14 a Vedano. La salma di Salvatore Licitra raggiungera’ la Lombardia in macchina e non in aereo: un lungo corteo funebre lungo l’Italia.
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