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23/09/2008 20:43

G.S. Bottegone di Pistoia adotta i due ciclisti di Scicli

di Redazione

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Un gruppo sportivo leggendario, sorretto dalla passione di uomini dotati di coerenza sportiva d’altri tempi, ha ospitato i due ragazzi di Scicli che a fine agosto si sono trasferiti in Toscana, per rincorrere la realizzazione di un sogno. Sono stati ospitati con estrema generosità ed appassionato affetto, per provare il passaggio in una squadra importante. Sull’importanza della squadra, non esistono dubbi. È la storia del sodalizio pistoiese G.S. Bottegone a parlare obiettivamente a chiare lettere. Sessanta anni di attività ai vertici di questo sport, ne sono testimonianza inconfutabile. I numeri delle statistiche sono incredibili: 1183 corse vinte solo su strada (oltre a pista e ciclocross). Tanti corridori, questa squadra, ha consegnato integri al professionismo. Volete sapere i nome dei campioni che hanno vestito la maglia del Bottegone? Moser, Bartoli, Cipollini, Petacchi, solo per citare quelli più noti e alla portata anche del pubblico meno attento.

Sono bastate quattro partecipazioni a gare svolte in Toscana, per far capire ai dirigenti della Bottegone che Bartolo e Lorenzo, vogliono fare sul serio. Sono disposti a soggiornare a Pistoia con il fermo proposito di ben figurare. Questi ragazzi hanno già capito cosa li aspetta: serietà degli impegni, duro allenamento e un comportamento nel rispetto assoluto di ogni loro fare. Rispetto nel senso ampio del termine, sia in corsa, che fuori corsa, sia a casa, che con la gente del posto. Diverso è il luogo rispetto a Scicli e diverso è il modo di rapportarsi con tutto: persone e cose. Questo deve diventare imperativo categorico di un fare socievole e base per una condivisione civile di spazi, passioni, aspettative.

In questo duro sport, niente si improvvisa, solo il sudore dell’allenamento, la determinazione: alla lunga pagano. Non bisogna avere l’impazienza del risultato – quell’impazienza porta non buoni consigli – quanto: vita morigerata, capacità di ascolto dei dirigenti, considerazione e riconoscenza per la passione di gente che impegna il proprio tempo e le proprie risorse per offrirgli una possibilità di vita migliore, rispetto a quella che  – per natura contiguità familiare – gli toccherebbe. La dedizione degli appassionati del Bottegone a questo sport e a questi ragazzi in Sicilia – è bene che si sappia – non esiste! Non può esistere neppure tra chi si definisce appassionato di ciclsimo, per diversi fattori antropologici che marcano la storica diversità tra l’egoismo e il piacere del dare.
Questa che il Bottegone offre, è l’unica e ultima opportunità che Bartolo e Lorenzo hanno di agganciare un futuro possibile.

Oggi sono arrivati a Scicli. Nei mesi invernali lavoreranno per dissodare il terreno e prepararlo ad una nuova seminagione. Torneranno in Toscana nei primi giorni dell’anno, quando il freddo – che non conoscono – li costringerà ad allenamenti faticosi sì, ma anche dolorosi per i morsi del freddo nel sentire il fiato che si congela dentro i polmoni, ma ogni colpo di pedale va dato e lo stinco va steso, pensando che quella sofferenza e solo quella, porterà al risultato.
In paese i soliti derisori  avranno da ridire. Barolo e Lorenzo, non dategli ascolto. È, il loro dire, istigato dal non aver potuto fare quello che ha voi è stato offerto.
Vi raccomando: pensiero fermo, concentrazione, pensando alle gare che verranno. Avete conosciuto una realtà diversa e distante dalla vostra abituale, ora non siete più le stesse persone. Pensate alle parole di Milco, Graziano, Maurizio, Rino al loro accudirvi generosamente in tutto. Ai dirigenti e alla loro considerazione di voi.
Se vedete le loro facce, il loro amorevole starvi accanto, non potete che ringraziare il G.S.  Bottegone dell’opportunità che vi offre e spingere su quei pedali anche quando la resistenza è più forte della vostra forza.

Ellj Nolbia


Lorenzo Verdirame e Bartolo Campailla, in sella, davanti all’ammiraglia del Bottegone