di Redazione


Sono bastate quattro partecipazioni a gare svolte in Toscana, per far capire ai dirigenti della Bottegone che Bartolo e Lorenzo, vogliono fare sul serio. Sono disposti a soggiornare a Pistoia con il fermo proposito di ben figurare. Questi ragazzi hanno già capito cosa li aspetta: serietà degli impegni, duro allenamento e un comportamento nel rispetto assoluto di ogni loro fare. Rispetto nel senso ampio del termine, sia in corsa, che fuori corsa, sia a casa, che con la gente del posto. Diverso è il luogo rispetto a Scicli e diverso è il modo di rapportarsi con tutto: persone e cose. Questo deve diventare imperativo categorico di un fare socievole e base per una condivisione civile di spazi, passioni, aspettative.
In questo duro sport, niente si improvvisa, solo il sudore dell’allenamento, la determinazione: alla lunga pagano. Non bisogna avere l’impazienza del risultato – quell’impazienza porta non buoni consigli – quanto: vita morigerata, capacità di ascolto dei dirigenti, considerazione e riconoscenza per la passione di gente che impegna il proprio tempo e le proprie risorse per offrirgli una possibilità di vita migliore, rispetto a quella che – per natura contiguità familiare – gli toccherebbe. La dedizione degli appassionati del Bottegone a questo sport e a questi ragazzi in Sicilia – è bene che si sappia – non esiste! Non può esistere neppure tra chi si definisce appassionato di ciclsimo, per diversi fattori antropologici che marcano la storica diversità tra l’egoismo e il piacere del dare.
Questa che il Bottegone offre, è l’unica e ultima opportunità che Bartolo e Lorenzo hanno di agganciare un futuro possibile.
Oggi sono arrivati a Scicli. Nei mesi invernali lavoreranno per dissodare il terreno e prepararlo ad una nuova seminagione. Torneranno in Toscana nei primi giorni dell’anno, quando il freddo – che non conoscono – li costringerà ad allenamenti faticosi sì, ma anche dolorosi per i morsi del freddo nel sentire il fiato che si congela dentro i polmoni, ma ogni colpo di pedale va dato e lo stinco va steso, pensando che quella sofferenza e solo quella, porterà al risultato.
In paese i soliti derisori avranno da ridire. Barolo e Lorenzo, non dategli ascolto. È, il loro dire, istigato dal non aver potuto fare quello che ha voi è stato offerto.
Vi raccomando: pensiero fermo, concentrazione, pensando alle gare che verranno. Avete conosciuto una realtà diversa e distante dalla vostra abituale, ora non siete più le stesse persone. Pensate alle parole di Milco, Graziano, Maurizio, Rino al loro accudirvi generosamente in tutto. Ai dirigenti e alla loro considerazione di voi.
Se vedete le loro facce, il loro amorevole starvi accanto, non potete che ringraziare il G.S. Bottegone dell’opportunità che vi offre e spingere su quei pedali anche quando la resistenza è più forte della vostra forza.
Ellj Nolbia
Lorenzo Verdirame e Bartolo Campailla, in sella, davanti all’ammiraglia del Bottegone
© Riproduzione riservata