Uno dei tumori più aggressivi
di Redazione

Treviso – È profonda la commozione a Oderzo per la morte, a soli 20 anni, di Gaia Bottari, studentessa residente a Fratta. È stata colpita da una delle forme di cancro più temibili, il sarcoma di Ewing, che si era manifestato meno di due anni fa con un gonfiore alla tibia.
Era entrata allo Iov di Padova a Natale 2023, già a gennaio 2024 i medici avevano deciso di sottoporla ad un trattamento molto intenso.
Il protocollo di cura, prevede in questi casi, che le prime terapie siano d’urto, in modo da contrastare in modo drastico il male. «Per otto mesi – riferisce il papà Lorenzo – Gaia ha affrontato le terapie a Padova. Allo Iov hanno fatto un lavoro immenso, ci hanno messo davvero il cuore per tentare di salvarla».
La studentessa non si era persa d’animo e aveva continuato ad impegnarsi negli studi. «Allo Iov di Padova ne hanno viste davvero di tutti i generi – prosegue il papà – ma una ragazza che entrava per sottoporsi alle terapie portandosi dietro i libri ed il tablet, ebbene ci hanno detto che quello ancora non l’avevano visto. Gaia è riuscita a diplomarsi in ragioneria malgrado fosse già malata». L’anno 2024 è segnato dalle cure, trasferte a Padova, infusioni di cellule staminali. Gaia affronta tutto, vuole farcela. È una ragazza capace, determinata e sensibile, amante della natura, semplice e concreta, non segue le mode, cerca sempre di migliorare se stessa.
È morta giovedì all’ospedale di Oderzo, il giorno della festa degli angeli custodi nonché festa dei nonni. «Fra Gaia e suo nonno Claudio vi era un legame fortissimo, un affetto profondo – dice il papà -. Sua mamma, suo fratello ed io siamo fermamente convinti che giovedì il nonno Claudio sia venuto a prenderla, l’abbia portata via dalle sofferenze e accompagnata in Paradiso». Intorno alla sua casa tutto parla di lei, perchè Gaia amava i fiori, si occupava delle aiuole, adorava stare nella natura, andare in montagna per lei era sempre una festa.
Cos’è il sarcoma di Ewing
Il sarcoma di Ewing è un raro e aggressivo tumore maligno che origina principalmente nelle ossa o, più raramente, nei tessuti molli che le circondano. Colpisce soprattutto bambini, adolescenti e giovani adulti, con un picco di incidenza tra i 10 e i 20 anni.
Si tratta di una neoplasia che nasce da cellule ossee immature e tende a crescere rapidamente, potendo diffondersi ad altri organi come i polmoni, il midollo osseo e il fegato. I sintomi più comuni includono dolore osseo persistente, gonfiore nella zona colpita, febbre e stanchezza.
La diagnosi avviene tramite esami di imaging (come radiografie, Tac o risonanza magnetica) e biopsia del tessuto tumorale. Il trattamento è complesso e richiede un approccio multidisciplinare che può comprendere chemioterapia, radioterapia e intervento chirurgico.
Nonostante la sua aggressività, le possibilità di guarigione aumentano se il tumore viene individuato in fase precoce e trattato tempestivamente. La possibilità di guarigione dipende anche da altri fattori, tra cui la localizzazione del tumore, la risposta alle terapie e l’eventuale presenza di metastasi.
© Riproduzione riservata