Giudiziaria
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13/09/2025 19:16

Gela, Porsche scontate dall’imputato per mafia che aveva assolto: sanzionato un giudice siciliano

Porsche “di cortesia” e auto scontate dall’imputato di mafia che aveva assolto

di Redazione

Gela – Comprava e rivendeva auto di lusso, a prezzi ribassati, da due fratelli che aveva giudicato più volte in tribunale, assolvendo uno di loro dall’accusa di favoreggiamento alla mafia. Concessionari-imputati che lo trattavano coi guanti, tanto da concedergli in comodato gratuito, come auto “di cortesia” tra una compravendita e l’altra, nientemento che una Porsche Cayenne. Per questo scivoloso “rapporto d’affari”, risalente a quando prestava servizio a Gela (Caltanissetta), il giudice del Tribunale di Palermo Lirio Conti è stato sanzionato dal Consiglio superiore della magistratura con una (rarissima) valutazione negativa di professionalità. Conti, che da gup condannò il boss pentito Gaspare Spatuzza per la strage di via d’Amelio, era già stato indagato per corruzione a Catania per la stessa vicenda: l’accusa a suo carico era stata archiviata su richiesta del pm, non essendoci elementi per dimostrare il presunto scambio tra i favori e le decisioni giudiziarie. Sul piano disciplinare, invece, se l’era cavata con la perdita di un anno di anzianità. Ora però l’organo di autogoverno delle toghe lo ha colpito con la bocciatura professionale, riservata a meno dell’1% dei magistrati, ritenendo le sue condotte “idonee a riverberarsi in termini negativi sul prerequisito dell’indipendenza“: la sua progressione di carriera e di stipendio resterà quindi bloccata fino alla prossima valutazione, prevista dopo due anni (invece che dopo quattro come di regola). In caso di nuovo esito negativo, la conseguenza sarebbe la radiazione dalla magistratura.

Nella delibera approvata dal Csm – relatore il consigliere Roberto D’Auria – si ricostruiscono le “agevolazioni economiche a condizioni di eccezionale favore” concesse a Conti dalla Lucauto srl, concessionaria gelese riconducibile ai fratelli Rocco e Salvatore Luca, tra il 2006 e il 2017. Oltre alla Porsche avuta in comodato per un anno e mezzo, con tanto di assicurazione pagata, il magistrato acquistava e rivendeva ai due fratelli varie auto di grossa cilindrata a condizioni di vantaggio: nel 2006, ad esempio, otteneva una Mercedes CLK a 17.500 euro a fronte di un valore stimato di 24mila; nel 2016 rivendeva alla Lucauto un Land Rover alla stessa somma a cui l’aveva acquistato l’anno prima; poco dopo acquistava un’altra Porsche Cayenne a un prezzo inferiore (36mila euro) a quello pagato dalla concessionaria per averla (39mila). Una relazione resa ancora più inopportuna dal fatto che nello stesso periodo, dal 2007 fino al 2019, i fratelli Luca sono stati indagatiimputati o parti offese in vari procedimenti assegnati allo stesso Conti: in particolare, da presidente del collegio, nel 2008 il giudice aveva assolto Salvatore Luca dall’accusa di aver favorito la latitanza di un killer di mafia appartenente al clan Madonia-Emmanuello. Una sentenza poi ribaltata dalla Corte d’Appello, che condannò l’imprenditore, e divenuta definitiva. Negli anni successivi, inoltre, Conti aveva svolto funzioni di gip in due procedimenti a carico rispettivamente di Salvatore e Rocco Luca, autorizzando la proroga delle indagini a carico del secondo.