Gli scavi preliminari rivelano resti archeologici del VI-V secolo a.C
di Redazione

Gela – Orto Fontanelle. Nell’area sottostante al municipio, nell’edificio comunale che è stato occupato prima dalle suore, poi dalla scuola musicale del Comune e per ultimo dall’oratorio della Chiesa di San Francesco, il Comune ha ottenuto anni fa un finanziamento da 6 milioni e mezzo di euro per realizzare il Palazzo della Cultura. Proprio a sinistra dell’ingresso dell’Orto Fontanelle l’attività di sorveglianza di archeologia preventiva ha consentito, ad avvio di cantiere, l’effettuazione di una importante scoperta archeologica.In quell’area sta venendo fuori un imponente muro riferibile ad un ambiente di età greca.
Gli scavi, curati dal dott. Gianluca Calà con la supervisione della Soprintendenza di Caltanissetta, hanno portato alla luce un muro lungo oltre un metro e largo 50 centimetri che si trova allineato perfettamente a quello che fa da pavimento alla pizzeria che si trova di fronte. Si stanno già avviando i confronti. L’ambiente portato alla luce era coperto con un tetto a falda che è crollato sopra una massicciata.
Accanto c’è un’area con segni evidenti di bruciature. L’ambiente crollò a seguito di un incendio? O, invece, in quell’angolo si cucinava, ipotesi probabile dato che sono stati trovati frammenti di pentole e di vasellame per cucina. Tanti i reperti affiorati nell’area già indagata tra anfore, testine fittili, una moneta, un grande vaso con radici fusolari, ostriche e piccole anforette. Imateriali sono del VI-V secolo avanti Cristo. Il muro già visibile è solo una piccola porzione, ci sono tracce che indicano chiaramente che prosegue. E lo scavo proseguirà con l’indagine su altri quadranti. La Soprintendente di Caltanissetta Daniela Vullo che è stata all’Orto Fontanelle nei giorni scorsi, ed è rimasta colpita dalla scoperta fatta, ha dato l’input per proseguire nell’indagine archeologica. E così si sta facendo. Da un semplice buco fatto nella zona ad ovest dell’ingresso di Orto Fontanelle sono emersi già livelli archeologici che inducono a fare dei saggi anche lì.
L’area per ciò che è già affiorato e per la sua posizione si candida ad essere un altro dei siti archeologici importanti della città. Si trova infatti poco distante da Predio Sola un luogo in cui nel 1959 Pietro Orlandini scoprì un santuario extraurbano e manufatti importanti del VII-V secolo a. C. Che anche questo sia un santuario è prematuro per dirlo. Il dato di fatto è che si tratta di reperti significativi che ben si sposano con il Palazzo della Cultura che il Comune vuole realizzare e quindi potrebbero rimanere visibili. Sarebbe anche interessante vedere esposti i reperti che affioreranno in qualche vetrina nello stesso Palazzo della cultura.Da non sottovalutare gli scenari che questa scoperta può aprire per definire meglio l’urbanistica della città di Gela in epoca greca.
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