Cultura
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17/04/2011 19:21

Gino Carpinteri, storia di un siracusano alla corte di Walt Disney

Un articolo di Giovanni Sciarrone apparso su La Sicilia

di Giovanni Sciarrone

Cenerentola
Cenerentola

Siracusa -Gino Carpinteri era un allampanato spilungone di circa un metro e ottanta con il vizietto del disegno e aveva il dono di rendere pittorico qualsiasi soggetto uscito dalla fantasia della sua matita. C’eravamo conosciuti (meglio sarebbe dire scontrati) nel marzo del 1944 a Catania, in occasione delle solite accese partite di calcio al vecchio “Cibali “, lui centromediano metodista della “Comunale” di Siracusa, io giovane attaccante “speranziella” del calcio catanese che contava.
Nel maggio dello stesso anno, mi capitò di vedere in un’edicola di via Umberto un giornale a colori, datato Siracusa 7 maggio 1944,che aveva effigiata sul lato sinistro in alto della testata un rubicondo faccione con una invitante aperta risata e, per titolo, “Il Solletico” con sottotitoli “Umoristico” e “costa L. 5”. Per quel triste periodo era uno sprone stuzzicante per uscire dal grigiore dell’immediato dopoguerra, pur se un piccolo sottotitolo avvertiva “esce quando può”, mentre la grande vignetta al centro della prima pagina era firmata “G.Carpinteri”.
Alquanto dubbioso,pensai che non poteva trattarsi di quella “pertica” siracusana che mi aveva sottratto quasi tutti i palloni alti ma, da buon curiosaccio, acquistai una copia con l’allora carta moneta “Amgot-Lire” e, rilevato il numero telefonico, volli chiedere. Mi venne confermato che il disegnatore della vignetta al centro pagina, di tutte le altre de “Il Solletico” e il centromediano della “Comunale” erano la stessa persona.
Per me, considerato un modesto cultore dell’umorismo vignettistico fu un lampo di gioia per aver trovato, in quel tempo di magra assoluta, uno sbocco per cercare anch’io di ri…solleticare il nostro morale, abbastanza sceso al di sotto dei classici tacchi a causa dei bombardamenti, dell’invasione anglo-americana e delle ristrettezze alimentari ed economiche .
Andai in treno a Siracusa e chiesi al mio “ex avversario” di poter collaborare al giornale menzionando i miei precedenti nel ramo e venni accolto con la precisazione che, quanto a denari, c’era scarso fieno in cascina. 
Carpinteri faceva quasi, se non tutto, al giornale. Oltre alla testata, aveva disegnato e disegnava le intestazioni di tutte le rubriche dei vari articoli e quelli pubblicitari, con una consistente mano alla mezza scassata arte tipografica di quel tempo, tanto che i ” flani” venivano eseguiti dal “leggendario ” Camilleri con laboratorio qui a Catania in una traversa di via dei Crociferi.
Altri bravi giovani umoristi, siracusani e non, collaborarono. Fra i tanti Giansiracusa,Totò Rizza (Otto Razzi), Badame, il farmacista-editore Mimmo Leonardi (Mimle) anche con indispensabili e consistenti argomenti monetari per mandare nelle edicole altri numeri del giornale che, sia pure a spizzica e mozzica, raggiunse con quelle attrezzature di fortuna la mirabolante tiratura di quattordici numeri in poco più di due anni sia pure con talune forzate interruzioni.
Ma Gino Carpinteri si sentiva sprecato, l’Italia era ancora divisa, si combatteva, la guerra non accennava a finire, il domani si profilava molto fosco e lui desiderava raggiungere ben altre mete e orizzonti. Infatti, agli inizi del 1946 mi confidò la sua precisa determinazione di emigrare per respirare aria consona alle sue esigenze pittoriche e di cartoonist, perché aveva disegnato anche diversi libretti a fumetti di avventure western per la Nerbini Editore di Firenze. Negli Stati Uniti, molti anni prima, erano emigrati i fratelli della madre e diversi altri parenti, raggiungendo invidiabili posizioni (ma dove non le raggiunge poi l’emigrante siciliano?). Infatti uno era banchiere, uno era armatore e un altro possedeva una catena di negozi, tutti a Boston.
Nel maggio dello stesso anno, quando ci salutammo prima che s’imbarcasse sulla Motonave “Vulcania”, mi disse che voleva che lo raggiungessi. Non se ne fece nulla perché, quando ne parlai in casa, tutti sottolinearono la follia dell’avventura di un emigrante allo sbaraglio aggravata dai rischi di una lunga e pericolosa traversata dell’Oceano di oltre 12 giorni. Quindi, anche se la mia fresca sposina era d’accordo a giocare la carta dell’America, non se ne fece nulla. Sia chiaro che a quel tempo non avevo eccezionale bravura per competere con i big americani. Il talento c’era, ma in quei turbolenti tempi il clima che si respirava non era proprio l’ideale per i giovani delle cosiddette belle speranze. Niente di nuovo rispetto a oggi…
Girai la proposta a Gerardo Farkas, che mi fece capire di aver subito gli stessi alti lai dal parentato e non se ne parlò più. Facemmo male? Boh! Certamente non lo fece Gino Carpinteri che in terra statunitense diede significative prove del suo talento di disegnatore di alta classe, prima con una lunga serie di ” streeps” quotidianamente pubblicate su giornali di Boston e di Philadelfia, talmente originali da essere apprezzate da un autentico mago dei “cartoni animati”, un “certo” Walt Disney, che non esitò a chiamarlo per far parte dei suoi ” Studios” ad Hollywood in California.
Assai probabilmente qualcuno mormorerà: tutto qui?
Ma i ricordi non si pretendono, non costano nulla e sono un attestato di simpatia verso il talento creativo di questo figlio della nostra isola, troppo spesso bistrattato, che diede un particolare saggio in una apprezzata e qualificata attività artistica certamente fuori dal comune, come in questo caso.
E abbiamo pensato che un sia pur fugace ricordo, il nostro Carpinteri possa e debba meritarlo, perché lascia ancora una volta la bocca amara difronte all’ennesimo caso di una esemplare genialità siciliana che tristi frangenti hanno indotto a lasciare la terra natia ,per poi raccogliere meritatamente all’estero affermazioni ed apprezzamenti,oscurando la ben nota cattiva nomea della nostra isola.
Con la «Walt Disney Enterprice Co», infatti, Gino Carpinteri collaborò attivamente e concretamente per le realizzazioni degli storici film a cartoni animati come “Cenerentola” e “Biancaneve e i sette nani”.
Inoltre il nostro Carpinteri diede il suo valido contributo, come mi disse molti anni addietro qui a Catania, in occasione di un breve rientro per riabbracciare la madre a Siracusa, agli altri stupendi capolavori della Walt Disney come “Fantasia”, “La Bella addormentata nel bosco”, “Peter Pan, “Bambi” (quante lacrime nel buio della sala….),solo per citarne alcuni,ma non arrivò a completare il suo fattivo apporto anche per il “Pinocchio”, essendo stato inevitabilmente invitato a dare il mesto addio alla vita in terra straniera, con struggente amarezza, lontano dalla sua amata Siracusa.