Cultura
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23/09/2011 10:41

Gioacchino Ventura. Religioso, progressista, chiaramontano

Fu direttore de “L’Enciclopedia ecclesiastica e morale”

di Saro Distefano

L'enciclopedia ecclesiastica
L'enciclopedia ecclesiastica

Chiaramonte Gulfi – Centocinquanta anni fa moriva Gioacchino Ventura, chiaramontano. Era nato nel 1792 nel comune montano ibleo. Ventura – appartenente ad una delle tre o quattro maggiori famiglie di Chiaramonte – venne avviato alla carriera ecclesiastica dal padre, secondo quello schema consolidato nella piccola (ma anche nella grande) aristocrazia di provincia, che riservava il patrimonio al maggiore tra i figli maschi, la vita di monastero per gli altri maschi e una dote per alcune delle figlie femmine mentre le altre erano anch’elle destinate alla vita monastica.

Gioacchino Ventura, gran bella testa, era stato destinato alla vita monacale. Il suo livello intellettivo, evidentemente molto al di sopra della media (quanto ci avrebbe guadagnato la sua famiglia, pur già molto importante nella Chiaramonte di fine settecento, a tenerlo in casa per amministrare il grande patrimonio di uliveti e vigne), gli permise di fare carriera, fino a diventare il Preposto Generale dell’Ordine dei Teatini.

Gioacchino Ventura, nel 1821 (altro anniversario, quindi) fonda a Napoli e dirige per molti anni il periodico “L’Enciclopedia ecclesiastica e morale”, considerata una pubblicazione molto “progressista” per quei tempi. La intraprendenza politica, oltre che intellettuale del nostro chiaramontano, è interamente dimostrata quando, nelle concitatissime fasi della Rivoluzione del 1848 che coinvolgerà praticamente l’intera Europa, viene eletto membro della Assemblea Costituente della Repubblica romana. Ovviamente pagherà questo suo gesto, questo suo impegno nella Repubblica che si era data una Costituzione modernissima e forme di governo veramente democratiche. Infatti, dopo la restaurazione, il religioso verrà spedito in esilio in Francia. E a Roma non tornerà più, nemmeno dopo aver avuto il perdono del Papa (gesto, questo, che lascia intuire una personalità fortissima e probabilmente anche molto dignitosa, insomma, verrebbe da pensare che il famoso detto locale intorno alla testardaggine dei chiaramontani avrebbe una sua valenza). Amico di Lamennais e di Rosmini con i quali è in perenne corrispondenza, Gioacchino Ventura nel 1847 scrive il famoso “Elogio funebre di Daniello O’Connell”, il celebre esponente e capo del movimento per l’emancipazione dei cattolici di Irlanda, considerato “perfetto cittadino e perfetto cristiano”. Una figura, quella di Gioacchino Ventura, che una strada a chiaramonte