di Redazione
Catania, 22 nov. ”Sono cambiate profondamente le modalità di raccontare la guerra ma il ruolo del giornalista rimane centrale nel tentativo di capire in profondità gli avvenimenti perché’ con i nuovi mezzi di comunicazione abbiamo l’immagine esteriore degli avvenimenti in tempo reale ma la nostra capacità di comprensione degli avvenimenti e’ diminuita e a maggior ragione abbiamo bisogno di giornalisti di inviati di interpreti, di coloro che sappiano guardare gli avvenimenti da un diverso angolo di visuale”. Lo ha detto il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli parlando con i giornalisti a Catania a margine della consegna della nona edizione del premio internazionale di giornalismo intitolato a Maria Grazia Cutuli, l’inviata del Corriere della Sera uccisa con altri tre colleghi in un agguato in Afghanistan il 19 novembre del 2001, organizzato dalla Fondazione Cutuli.
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