di Redazione
Ormai è fatta.
La mappa dei sottosegretari è stata completata. E Giovanni Mauro non ne fa parte, nonostante le promesse che, in campagna elettorale, dopo il defenestramento di quest’ultimo dalle posizioni utili per le elezioni in Parlamento, erano giunte da Gianfranco Miccichè, leader forzista in Sicilia. E ora?
Mauro attende. Cosa?
Che si definiscano ulteriori equilibri. Per lui risultano chiuse anche le porte di un eventuale accesso ad un assessorato regionale. Lombardo è stato chiaro in proposito. Solo gente rappresentativa e che abbia esperienza e qualificazione professionale.
C’è, addirittura, il rischio che il colpo a palazzo d’Orleans non vada in porto neppure ad Innocenzo Leontini. Seppure il suo elettorato brami in questa direzione, c’è da superare un’agguerrita concorrenza.
Intanto, il presidente della Regione sembra voglia garantire un assoluto equilibrio a tutte le forze politiche che lo hanno sostenuto. Ciò vuol dire che a Forza Italia dovrebbero andare tre assessorati. Dando per scontata la presenza di Giovanni La Via, Francesco Cascio e Titti Bufardeci, per Leontini le porte sarebbero già sprangate.
E se poi uno degli assessorati andasse a Carmelo Incardona di An, difficilmente un Governo regionale proporrebbe due assessori provenienti da una provincia piccola come quella ragusana. Leontini, dunque, dovrà accontentarsi, si fa per dire, della nomina di capogruppo del Pdl alla Ars.
E Mauro?
Sta prendendo quota l’idea, avallata in casa Pdl dall’asse Incardona-Minardo, di affidargli la direzione del coordinamento provinciale. Ma la strada non è né semplice né breve. Bisognerà avviare i congressi e poi attendere che le varie correnti convergano su Mauro. Che, al momento, resta senza collocazione.
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