Roma - Buone notizie per chi ha una procedura immobiliare in corso o una vendita all'asta già fissata: è possibile bloccare l'iter. Lo dice una sentenza delle Sezioni Unite della della Cassazione, che basandosi sulla tutela del consumatore e del fideiussore, ritiene legittimo un secondo controllo d'ufficio sulle clausole contrattuali nella fase dell'esecuzione. In pratica, se il debitore non si oppone al decreto ingiuntivo, è ugualmente possibile valutare la presenza di clausole abusive nel contratto di mutuo o di fido e il giudice deve bloccare la vendita del bene. E' il caso di una donna che ha prestato una fideiussione a favore di una società, a beneficio di una banca che aveva concesso un fido a un’impresa. Il debitore principale non è riuscito a far fronte ai suoi impegni e la banca ha notificato un decreto ingiuntivo alla garante, che inizialmente non si è opposta. E' così stata avviata la procedura per il bene messo a garanzia, ma a quel punto la donna ha proposto opposizione per la nullità del decreto ingiuntivo stesso: era presente un problema di territorialità in una clausola, ritenuta illegittima e quindi abusiva. Una richiesta non accolta dal giudice, ma la donna non si è persa d'animo e si è rivolta alla Corte di Cassazione.
La sentenza dice che quando il decreto ingiuntivo non riporta alcun riferimento all'accertamento dell'abusività delle clausole e non sia stato opposto, il giudice dell'esecuzione, sino al momento della vendita o dell'assegnazione del bene o del credito deve controllare la presenza di eventuali clausole abusive. Una volta accertata l'illegittimità di quest'ultime, l'esecuzione deve essere sospesa, perché il decreto ingiuntivo è nullo.