Sei anni a testa per i due coniugi tutori, che hanno provato giustificarsi: «I servizi sociali non rispondevano»
di Redazione

Naro, Ag – Sei anni e due mesi di reclusione per la zia, due mesi in meno per lo zio: è la sentenza di condanna del gup nei confronti di una coppia di coniugi di Naro, a processo per aver segregato in casa il nipote disabile di 33 anni, di cui erano tutori, legandolo al letto con una catena alla caviglia e picchiandolo. I due imputati sono stati arrestati nell’ottobre del 2019 dopo un blitz dei carabinieri, avvisati da una lettera anonima, che hanno liberato il ragazzo.
Nelle immagini allegate, vediamo il momento della liberazione, due anni fa. La vittima secondo quanto ipotizzato, sarebbe stata ripetutamente percossa e umiliata dai due aguzzini: accuse che gli stessi imputati hanno ammesso in aula provando a giustificarsi. “Le sue condizioni psichiatriche si erano aggravate ed era diventato impossibile gestirlo – hanno detto in udienza -, abbiamo anche chiesto aiuto ai servizi sociali ma non abbiamo avuto alcuna risposta”.
Alle accuse di maltrattamenti e sequestro di persona, il pm ha aggiunto quella di peculato. I due tutori secondo quanto accertato dagli sviluppi dell’indagine, si sarebbero appropriati di circa 65mila euro del ragazzo. Il pm aveva chiesto la condanna a 10 anni della donna, un anno in meno per lo zio. Il giudice ha stabilito pure una provvisionale di 30.000 euro ovvero un anticipo del risarcimento del danno, subito esecutivo.
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