Dalla storia del fascismo al Gladiatore, da Robin Hood a Sex and the City
di Redazione

Trapani – Matteo Messina Denaro, il padrino delle stragi, aveva una vera passione per i film. I carabinieri del Ros ne hanno trovati 212 nel soggiorno dove campeggiavano i poster del Padrino e del Jocker. I dvd erano ordinati con cura accanto al televisore: il primo, era la “Storia del fascismo – le origini 1912-1922, i primi passi di Mussolini al governo”, una produzione Rai Trade. Poi, “Apocalypse now” e “L’ultimo guerriero”, interpretato da Jean Reno. A seguire, “Alexandre”, incentrato sulla figura di Alessandro Magno, e “Un piano perfetto”, deliziosa commedia francese del 2012, chissà se il titolo ispirava qualcosa al superlatitante che tutti cercavano dal giugno 1993. Alcuni titoli di film sembrano disegnare davvero la psicologia del padrino, che ha sempre avuto manie di grandezza, come il suo più illustre predecessore, Salvatore Riina.
Messina Denaro vedeva “Robin Hood”, “Rambo”, “Attacco al potere”, ma anche il “Solitario”, il film che racconta di un killer mercenario che miete vittime nella malavita giapponese. Nella collezione c’era pure “La talpa”, ambientato nell’ottobre 1973: il capo del servizi segreti britannici invia l’agente Jim Prideaux a Budapest, nell’Ungheria comunista, per incontrare un generale che aveva promesso di vendere informazioni importanti. Sono tante le misteriose talpe che hanno soffiato informazioni a Messina Denaro, così ha potuto portare avanti una latitanza dorata.
Si era appassionato anche a “Man on fire”, la storia di una fedele guardia del corpo nella Città del Messico dei sequestri di persona. Un uomo fedele, come il suo Andrea Bonafede, il geometra che gli aveva prestato l’identità. Aveva visto anche “Io vi troverò”, la storia di un ex agente della Cia, grande esperto nel combattimento corpo a corpo e nell’uso delle armi, “dotato di una impressionante capacità di uccidere – è scritto nella copertina del Dvd – e anche di torturare persone a sangue freddo senza il minimo rimorso”. Nella sua collezione, ci sono poi diversi i titoli di Quentin Tarantino: “Django”, “Pulp Fiction”, “Kill Bill”1 e 2 . Per le serate più leggere, il padrino vedeva “Sex and the City”. E non disdegnava anche le storie di riscatto sociale, chissà cosa lo incuriosiva. Nella sua collezione aveva anche il bel film di Rocco Papaleo “Una piccola impresa meridionale”, interamente girato ad Oristano.
I 212 dvd trovati nella casa del padrino raccontano le sue passioni di sempre, le auto e i videogiochi. Aveva visto “Fast e Furious” e “Tekken”, un film del 2010 con la sceneggiatura basata sulla serie di videogiochi picchiaduro. Vedeva anche film d’autore: “Blow-Up”, del 1966, diretto da Michelangelo Antonioni. Accanto ai film, i suoi libri: da Dostoevskij a Catullo, Baudelaire a Fabrizio Corona. Leggeva anche la biografia di Andrè Agassi, “Open”, e quella della magistrata Ilda Boccassini, che aveva indagato sulle stragi ordinate da Cosa nostra. E, poi, Nietzsche e Murakami, Vargas Llosa. Nel soggiorno, temeva anche un vocabolario, lo Zingarelli 2007.
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