Il marito non risponde ai pm, per lui parla l'avvocato: "Ci sono altre piste che non posso svelare"
di Giuseppe Gaetano

Catania – “Il mio assistito si è avvalso della facoltà di non rispondere ma continua a dire: non sono stato io, non ho ucciso mia moglie, non l’ho colpita, non l’ho mai picchiata”. Così l’avvoccato Salvatore La Rosa, difensore di Leonardo Fresta: il 40enne in carcere da due giorni a Catania con l’accusa di aver ucciso la moglie 32enne Debora Pagano, nella loro casa a Macchia di Giarre, denunciandone la morte due giorni dopo l’omicidio perche – sostiene – rimasto nel frattempo stordito, in uno stato di choc. “Fresta ha soltanto fatto una specifica relativamente alle macchie di sangue trovate nell’appartamento, dicendo che sono sue: ha affermato di aver perso lui questo sangue, a causa di una epistassi per un momento di pressione elevata” ha aggiunto il legale al termine dell’interrogatorio di convalida del fermo.
“Sulle cause del decesso della donna non ha saputo dare spiegazione – continua -: tutto ciò che c’è negli atti è la presenza di un’asma da parte della signora, e che in quell’appartamento ci sono stati lavori per circa 20-25 giorni di pittura e riattamento dell’immobile. E’ tutto ancora in itinere”. Sulla morte farà luce l’autopsia, eseguita proprio oggi sul corpo della vittima, anche se “vi sono altre indagini in corso da parte della Procura, di cui non posso dare contezza. Ho trovato il mio assistito abbastanza tranquillo – ha concluso La Rosa -. Ora finalmente ha capito quello che è successo ed è riuscito a mettere a punto tutte le situazioni che si sono succedute nella sua testa e quelle che si sono verificate, adesso sembra più in condizione di capire quello che sta avvenendo. Prima era abbastanza straniato, non era molto convinto”.
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