Catania - Otto mesi pena sospesa.
È la condanna rimediata dall'ex senatore Michele Giarrusso per un un post diffamatorio nei confronti della giornalista Debora Borgese, poi scomparsa in giovane età per malattia, contenente insulti sessisti e volgari. Lo storico esponente del M5S (poi espulso per la mancata restituzione di parte dell’indennità e finito in ItalExit) è stato condannato per diffamazione a otto mesi, pena sospesa, come scrive Laura Distefano su La Sicilia di Catania.
I genitori di Debora in quanto eredi della parte offesa hanno evidenziato il contenuto di un commento social che aveva leso l’immagine della giornalista. Frasi «sessiste e volgari» che non avrebbero dovuto appartenere a un uomo delle Istituzioni. Il procedimento è stato a lungo congelato perché l’ex senatore aveva utilizzato la carta dell’immunità parlamentare. Ma la famiglia della giornalista era rrivata fino alla Corte Costituzionale che annullò la deliberazione di insindacabilità dell’ex grillino rendendolo “imputabile”.
L'ex senatore, già alfiere antimafia, noto per il gesto delle manette ai colleghi del Pd che contestavano il M5S per aver votato l’immunità di Salvini. La stessa invocata, inutilmente, da Giarrusso per scansare il processo in cui poi è stato condannato.