Trapani - La sorella del boss e il suo ruolo centrale nell'organizzazione mafiosa. Si è sfogata Rosalia Messina Denaro con i carabinieri del Ros, al momento del suo arresto: «Ma ancora continuate a prendervela con noi? Non vi basta quello che ci avete fatto?»
Collerica, Rosalia. Il 3 agosto 2015 Rosalia aveva scritto una lettera al fratello per commentare un programma appena trasmesso in tv, su Rainews 24. Si parlava di un’operazione antimafia della polizia che aveva portato in carcere 11 presunti fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro, a cominciare da quel Vito Gondola considerato il terminale di una rete di comunicazione del «padrino» che trasmetteva ordini attraverso i pizzini.
Rosalia scrisse a Matteo inveendo contro inquirenti e investigatori: «Fanno schifo... Ti insultano, dopo avere arrestato persone a te care, lo fanno apposta». Rosalia, attraverso un matrimonio celebrato nel 1976, rappresenta l’anello di congiunzione con un’altra famiglia mafiosa importante e ugualmente autorevole. Il marito Filippo Guttadauro, oggi settantunenne, è in galera dal 2006, quando fu arrestato nelle indagini seguite alla cattura di Bernardo Provenzano; era il numero 121 nei codici adottati dal boss nella corrispondenza criptata che intratteneva dal rifugio di Montagna dei cavalli. Scontata la pena, è rimasto incastrato nel cosiddetto «ergastolo bianco», una misura detentiva speciale impostagli per la spiccata «pericolosità sociale».
Il fratello di Filippo, Giuseppe Guttadauro detto «il dottore», anche lui pluriarrestato e condannato per mafia, è indicato dagli inquirenti come «potentissimo capo del mandamento di Brancaccio», feudo della famiglia Graviano. E proprio questi due nuclei di Cosa nostra, i Messina Denaro e i Graviano, rappresentano l’ultima leva della mafia stragista legata alla strategia corleonese dell’attacco allo Stato dispiegato tra il 1992 e il 1994.