Roma - Gli audio di Messina Denaro a una donna diventata sua amica durante la chemioterapia: saranno trasmessi stasera in esclusiva da Giletti a Non è l'Arena su La 7. «Due operazioni, ma sono ancora qui. In passato ho avuto momenti terribili, e non parlo del tumore».
La paura per la malattia, la solitudine. Ma anche punte di astio che fanno rabbrividire. Ecco l’immagine del boss Matteo Messina Denaro che emerge dalla chat con una donna che ha frequentato per un anno e mezzo, dal 2021. I contenuti delle conversazioni via Whatsapp verranno ascoltati questa sera in esclusiva a Non è l’Arena su La7, la trasmissione di Massimo Giletti in onda dalle 21.20. «Ho incontrato questa donna in una cittadina lungo il mare tra Trapani e Palermo — spiega Giletti — e dal suo racconto ho capito che tra di loro era nato un rapporto intenso, quello che nasce tra persone che stanno condividendo un dramma e entrano in sintonia. Parlavano di tutto: della vita, della famiglia, della malattia, e ad un certo punto hanno iniziato a vedersi, a darsi degli appuntamenti anche al di là della clinica». La donna non sospettava: Messina Denaro le aveva raccontato che era un imprenditore agricolo di successo, aveva tre figlie, era divorziato, ricco, aveva vissuto all’estero. Ma non le dava la sensazione di volersi nascondere: frequentavano ristoranti, anche all’aperto, lui andava a prenderla con la sua automobile, la famosa Giulietta, senza l’autista, che usava solo per gli appuntamenti in clinica.
Il livello di confidenza tra loro si intuisce proprio dalle trascrizioni di alcuni messaggi audio: «Anna, la ragazza (badante, ndr) che sta insieme a mia madre, ieri sera mi ha cercato. Ha trovato un foglio scritto di mia madre di suo pugno. Mia madre non c’è più con la testa, ma scriveva un sacco di cose. Cose sensate, a volte». «Si rivolge a me dicendomi che quando sarà morta al suo funerale vuole la banda musicale — prosegue —. E deve suonare sempre un unico motivo: la Radetzky March. Ma chi lo dice che io muoio dopo di lei? Lei non lo sa ma io lo so. Siccome però lei vuole questa cosa, io la farò, perché le volontà delle persone si mantengono. Mia madre era così, un tipo estroso, io ho preso un po’ da lei».
Il boss ogni tanto le manda qualche messaggio un po’ allusivo, ma per lo più le parla da vero amico: «Cara, nella mia vita ho avuto momenti terribili, anche se non si vede. E non parlo del tumore. E quindi so per esperienza che quando si sta male come stai male tu ora, non si deve parlare: perché so che tu non vuoi sentire. Ma pur volendo tacere, per rispettare questo tuo momento, una cosa te la voglio dire: e parlo solo perché ho già vissuto questo tuo momento. Io ho subito un intervento pesante, cinque ore e 40 minuti. Speravo fosse tutto finito, e invece mi hanno dovuto operare di nuovo. Altre sei ore e 30 minuti. Poi la chemio. Che voglio dire? Che dopo tutto questo sono qua. Ci sono ancora. Il tuo percorso è simile al mio. Dobbiamo soffrire ma ce la farai. Scusami, ma io non voglio tue risposte... quando ti sentirai io ci sarò». E ci sono momenti in cui le confida la sua fragilità: «Mi sento abbandonato. Come un randagino con una gamba spezzata in mezzo a una pozzanghera durante questa notte di Natale. Tutto questo per me è lo squallido (come definisce l’ospedale, ndr), avrei bisogno di affetto. Ma è giusto elemosinare affetto?». Messina Denaro si apre con lei perché la sente affine: «Lo so che hai le palle, so riconoscere i miei simili, di te l’ho capito in un nanosecondo. E non ci conoscevamo ancora. Ti udivo, ti guardavo, ascoltavo, comprendevo chi eri sentendoti parlare con gli altri. Subito pensai: questo è un tipo».
Ci sono però dei messaggi in cui sembra trapelare il boss. È il 23 maggio del 2022, giorno di commemorazione delle stragi a Palermo, e lui è in clamoroso ritardo. Le manda un audio per giustificarsi: «Io sono qua, bloccato, con le 4 gomme a terra. Cioè non nel senso di bucate, ma bloccate perché sono sull’asfalto e non mi posso muovere. Per le commemorazioni di sta minchia. Porco mondo». Ascoltandolo «fa impressione — commenta Giletti —, hai la sensazione che sia un’altra persona in quel momento». Ma la donna non si insospettisce, le sembra lo sbotto di un automobilista. Non si stranisce nemmeno quando lui sparisce per un mese e poi ricompare, con un altro numero di telefono a cui è associato un altro nome, quello con cui è stato arrestato. Solo dopo l’arresto, e quando poi sarà chiamata dai carabinieri, rimetterà insieme i fili: «Era sconvolta — conclude Giletti — lei aveva conosciuto un altro uomo».