Giudiziaria L\'Aquila

Messina Denaro, la vita in carcere

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L\'Aquila - Non ha ancora un compagno, un detenuto, come lui al 41 bis, col quale trascorrere l’ora quotidiana di socialità che, per legge, anche chi è al carcere duro può avere. Sta da solo Matteo Messina Denaro.
E in solitudine passa anche i 60 minuti (al giorno) all’aperto che la normativa gli concede, camminando in una sorta di cortile tre metri per tre chiuso in alto da una rete metallica piazzata per impedire tentativi di evasione dal cielo.
Sveglia all’alba, giornate interminabili. Il capomafia arrestato il 16 gennaio a Palermo dai carabinieri del Ros dopo 30 anni di latitanza e recluso nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila, ha mantenuto la passione per i libri. I militari, nel covo di vicolo San Vito a Campobello di Mazara, in cui ha vissuto nell’ultimo periodo di libertà, ne hanno trovati decine: testi di storia, di filosofia, romanzi. Leggendo, dunque, il boss trascorre gran parte del suo tempo nell’istituto di pena. Un impegno che alterna con l’attività fisica. In una delle due stanzette che gli sono state destinate il padrino di Castelvetrano si allena quotidianamente: una panca e poco altro per poter rimanere in movimento.

Guarda poco la tv. Una circolare del Dap del 2017, la prima che regola in dettaglio la quotidianità dei detenuti al 41 bis, limita i canali a disposizione del capomafia: quelli della rete nazionale, vale a dire pacchetto Rai (1-2-3-4-5, news, movie, scuola, storia, rai sport 1 e 2, premium, yoyo, gulp), canale 5, rete 4, Italia uno, la sette, cielo, iris e TV 2000, sintonizzati e abilitati da tecnico di fiducia della direzione del carcere. Impossibile, invece, accedere alle reti locali. Può consultare i quotidiani nazionali fino a un massimo di 5 al giorno. Non può cucinarsi il cibo ma solo riscaldarlo. Il vitto gli viene passato da un altro detenuto al carcere duro che lo riceve da un agente del Gom, il corpo d’élite della polizia penitenziaria.

Secondo le prescrizioni mediche — Messina Denaro ha un tumore al colon per il quale è stato operato due volte durante la latitanza — periodicamente il padrino viene sottoposto, sempre in carcere, alla chemioterapia. Ad assisterlo una infermiera, un oncologo e un anestesista.
Dalla cattura, avvenuta fuori dalla casa di cura La Maddalena di Palermo, Matteo Messina Denaro ha fatto due colloqui: uno poco dopo l’arresto, con le sorelle Bice, Rosalia e Giovanna. Poche settimane dopo Rosalia è stata arrestata dal Ros con le accuse di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena. Mentre il giorno del suo compleanno, il 26 aprile scorso, ha ricevuto la visita della figlia naturale, Lorenza Alagna. Non è certo che i due non si fossero incontrati durante la latitanza del boss — anche su questo indagano i pm della Procura di Palermo guidata da Maurizio de Lucia — di sicuro, il colloquio ha segnato un cambio di passo nel loro rapporto. Un rapporto molto conflittuale specie dopo che la ragazza, ora diventata mamma, decise di lasciare la casa paterna in cui viveva con la madre, la nonna e le sorelle del boss, con le quali ha sempre avuto una relazione difficile.

Non si sa ancora quale detenuto sarà scelto come compagno di socialità del boss. La circolare del Dap prevede tra l’altro la limitazione degli incontri tra i vertici delle stesse «famiglie» mafiose, di gruppi alleati e di gruppi o clan contrapposti. 


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