Giudiziaria Trapani

Messina Denaro, Ris a caccia di bunker con sonar e martello pneumatico

Matteo Messina Denaro, carabinieri del Ris cercano un bunker segreto nel covo del boss

https://immagini.ragusanews.com//immagini_articoli/02-02-2023/messina-denaro-ris-a-caccia-di-bunker-con-sonar-e-martello-pneumatico-500.jpg Messina Denaro, Ris a caccia di bunker con sonar e martello pneumatico

Trapani - Proseguono gli accertamenti dei carabinieri nell'ultimo covo del boss Matteo Messina Denaro a Campobello di Mazara. I Ris con l'utilizzo di un apparecchio sonar scandagliano centimetro per centimetro le pareti a caccia di eventuali vani nascosti.

Altri uomini dell'Arma muniti di martello pneumatico forano il pavimento alla ricerca di nascondigli sotterranei. Dall'arresto del capomafia, avvenuto il 16 gennaio, sono state decine le case perquisite e controllate. Oltre al covo di vicolo San Vito, la stanza segreta trovata nell'appartamento di un ex indagato per mafia e il primo immobile in cui il padrino si è nascosto in paese, sono state setacciate le proprietà di fiancheggiatori e dei loro familiari. 

"La caccia al boss Matteo Messina Denaro, durata 30 anni, può intendersi come una partita. C'è un primo tempo in cui lui ha avuto il favore della latitanza per tutti questi anni ma ora è arrivato il secondo tempo in cui lo Stato sta ribaltando il risultato", ha detto il sindaco di Campobello di Mazara Giuseppe Castiglione. 

Tra il materiale recuperato durante le perquisizioni a Campobello di Mazara, gli investigatori hanno trovato cinque carte d'identità intestate ad altrettanti individui ma con le foto di Messina Denaro, documenti che il boss potrebbe avere utilizzato durante la latitanza. Si sta indagando per capire se si tratti di identità rubate o di fiancheggiatori.  

A Campobello di Mazara è stato trovato l'appartamento dove, almeno negli ultimi sei mesi, ha vissuto il boss prima di essere arrestato lo scorso 16 gennaio.  Mentre gli investigatori proseguono le indagini per risalire alla rete di protezione che ha garantito la lunga latitanza del boss Matteo Messina Denaro, sempre più persone si stanno presentando, in modo spontaneo, nelle stazioni dei carabinieri e nei commissariati di polizia per raccontare che loro quell'uomo l'avevano incontrato. 

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"I cittadini possono acquisire più fiducia nello Stato quando questo si manifesta con azioni concrete, tangibili. E questo deve avvenire rafforzando anche caserme e commissariati, soprattutto nelle città fortemente inquinate dalla mafia", ha affermato il sindaco di Campobello di Marzara. 

Il boss Matteo Messina Denaro negli anni avrebbe utilizzato le generalità di diversi fiancheggiatori. Lo sospettano gli inquirenti che, nel covo di vicolo San Vito, a Campobello di Mazara, tra le carte del capomafia hanno trovato documenti di identità contraffatti coi nomi e i dati di persone realmente esistenti. Non è ancora chiaro se i documenti siano stati contraffati dallo stesso capomafia o se qualcuno glieli abbia forniti precompilati e lui abbia soltanto apposto la sua foto. 


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