Prima dovrà andare a buon fine la “donazione” del proprietario, cioè pagargli le spese legali
di Redazione
Agrigento – Ferdinando Sciabbarrà ha deciso di cedere la Scala dei Turchi al Comune di Realmonte, gratuitamente ma fino a un certo punto: in cambio chiede che l’amministrazione saldi gli oneri dell’annoso processo che l’ha condannato a 13mila e 600 euro di multa per occupazione di suolo demaniale e violazioni in materia di sicurezza e tutela dei beni ambientali. Altrimenti, nisba. “Se il Comune non si farà carico delle spese legali – spiega Giuseppe Scozzari, avvocato del 73enne – la donazione non può andare a buon fine. Il mio assistito ha già subito un processo ingiusto”.
Sebbene i periti abbiano riconosciuto l’anziano come proprietario del sito noto in tutto il mondo per la sua marna bianca, di fatto l’ente competente per la sua tutela è il Comune, che insieme ai soliti volontari l’ha ripulito a gennaio dopo l’ennesima imbrattatura opera di uno psicopatico. Al momento l’accesso alla scogliera sarebbe ufficialmente inibito per il rischio crolli, ma nessuno ha mai rispettato il divieto.
“L’acquisizione ci permetterà di garantire la sicurezza del sito” afferma la sindaca Sabrina Lattuca che – anziché assumere personale comunale – preferirebbe affidare il bene paesaggistico, futuro nel patrimonio dell’umanità Unesco, ad una associazione. Magari Mareamico, che da sempre si batte per la difesa del bene. Così come non chiude alla possibilità di un pagamento per l’ingresso: “La fruizione potrebbe essere remunerata al fine di garantire la sicurezza e i servizi della Scala”. Il ricavato sarà cioè destinato alla sua manutenzione. O a pagare le spese a Sciabarrà.
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