Isola seconda in Italia per minacce e aggressioni a sindaci o semplici dipendenti pubblici
di Redazione
Palermo – In Italia c’è un’epidemia di minacce di ogni genere per chi amministra o lavora negli uffici pubblici del territorio. Sindaci e semplici dipendenti, comunali o regionali, attaccati verbalmente e fisicamente da mafiosi o privati cittadini. Secondo il report «Amministratori sotto tiro», diffuso oggi dall’associazione di enti locali «Avviso Pubblico», nel 2020 le intimidazioni sono state 465 in tutto il Paese, in media 9 a settimana. Un calo del 17% rispetto al 2019. La pandemia Covid ha diminuito anche i reati, ma è un beneficio temporaneo: i dati 2021 appaiono già superiori.
Le province coinvolte sono arrivate a 89, il dato più alto mai registrato da quando è iniziata la serie di rilevazioni, mentre i Comuni colpiti sono 280. Per il quarto anno consecutivo è la Campania a far registrare il maggior numero di intimidazioni a livello nazionale, con 85 casi censiti (92 nel 2019). Seguono appaiate Puglia e Sicilia con 55 atti intimidatori. Il territorio più colpito si conferma Napoli, 46 casi con un incremento del 12% rispetto al 2019. Seguono Salerno (21 casi), Roma (20), Milano e Foggia (16), Cosenza (15), Padova e Lecce (14), Bari e Messina (13). E la statistica non tiene conto degli operatori sanitari, anch’essi sempre più sfogatoio dell’arroganza della gente.
Il 57,5% del totale dei episodi verificati (267) si è registrato nel Mezzogiorno: il resto al Centro-Nord, dove il fenomeno è raddoppiato in 10 anni. Aggressioni e incendi (18%) si mantengono stabili nel 12 mesi. seguono minacce verbali e telefonate minatorie (12%); biglietti e messaggi intimidatori (10%), danneggiamenti (9%), scritte offensive e minacciose (7%), utilizzo di ordigni ed esplosivi (4%), invio di proiettili (2%), spari contro abitazioni e automobili (1%), ma il mezzo più utilizzato per intimorire sono diventati i social network (19%) , al primo posto dell’elenco.
© Riproduzione riservata