di Pilato Micalizzi

Ha suscitato curiosità, apprezzamenti e polemiche l’iniziativa di Mario Cicero, sindaco di Castelbuono (Pa), di sostituire i furgoncini per la raccolta rifiuti con quattro simpatiche asinelle, due ragusane e due grigie siciliane. Il centro storico del comune madonita è da tempo chiuso al traffico e da tempo viene fatta la raccolta differenziata dei rifiuti. Fino al 10 febbraio 2007 da “banalissimi” furgoncini, da quella data in poi, da Teresa, Valentina, Cosima e Concetta.
«Stiamo ricevendo e mail da tutto il mondo. Con tutti i problemi di inquinamento che ha il nostro pianeta pensiamo di avere dato un importante contributo alla salvaguardia dell’aria che respiriamo» – sostiene il Sindaco Cicero, nostro interlocutore.
Ma come è nata questa idea? «Ero a Belfast affacciato ad una finestra e avevo davanti tutto quel verde. Bello sì, ma per la verità monotono, niente a che vedere con le varietà di sfumature e di paesaggio che abbiamo noi. E pensavo a cosa fare per proteggere l’ambiente.
Inizialmente per questo discorso dei rifiuti ho pensato a dei carretti, ma sarebbe stato più complicato continuare la raccolta differenziata e si sarebbero mossi con meno agilità; così abbiamo optato per gli asini con due cassette, una per lato, e di legno, ovviamente, perché noi siamo super ecologici».
Al di là della prima reazione di istintiva simpatia per i neo assunti e al di là della romantica piacevolezza all’idea di uno scalpiccio sull’asfalto in sostituzione del rumore dei motori, sorgono le domande e le perplessità alle quali il Sindaco Cicero risponde prontamente e con convinzione contagiosa: «Non abbiamo improvvisato niente, abbiamo fatto diverse settimane di prove e diversi studi. Gli asini lavorano cinque ore al giorno, meno di quanto non facciano solitamente gli uomini, portando un carico di massimo cento chili sul terreno pianeggiante del nostro centro storico. E la domenica riposano. Ne abbiamo prese quattro, ma escono in tre. A turno una fa la riserva in vista di eventuali gravidanze o altro». Condizioni abbastanza rassicuranti dunque.
Sicurezza e controlli sanitari? «Ogni asino è dotato di regolare microchip, ha fatto tutte le vaccinazioni ed è sottoposto a periodiche visite veterinarie da parte dell’ASL di competenza».
E se girando per il paese sporcano? «Sono educatissime, non sporcano. Provvedono al mattino prima di uscire e al rientro, ma quando capita…viene raccolto dagli operatori che sono provvisti di paletta».
Sembra davvero che ci sia una risposta per ogni domanda! E c’è stata anche una analisi dei costi con risultati decisamente pro-asino «un furgone costa € 30.000,00 si ammortizza in cinque anni e poi si deve sostituire, un asino di 3/5 anni costa da 700 a 1.500 € e si deve sostituire solo quando diventa anziano e non può più lavorare. Un furgone – continua il Sindaco Cicero – ogni anno ha un costo di € 7.000/8.000, tra assicurazione, bollo, manutenzione e gasolio; un asino tra alimentazione e ricovero in stalla, più pulizia e attrezzatura, costa € 2.000».
Dove vivono le quattro asine, chi le accudisce? E cosa accadrà quando sarà tempo di andare in pensione? «Abbiamo stipulato una convenzione con l’Istituto Agrario di Castelbuono che le ospita e le ospiterà una volta che avranno smesso di lavorare. E abbiamo avviato una collaborazione con l’Ente Parco delle Madonie per la creazione di un cimitero degli animali mettendo a disposizione del progetto un’area del nostro comune». Anche questo ci sembra rassicurante e di grande civiltà.
Le voci a favore e le voci contro
L’iniziativa ha trovato pareri favorevoli e contrari.
Tra gli abitanti di Castelbuono c’è chi pensa che questo ritorno al passato sia un segno di civiltà e chi crede che sia un tornare indietro e basta, senza alcun merito. Anzi.
Si è complimentata Legambiente Sicilia nella persona del segretario regionale Salvatore Granata «Castelbuono ha da tempo avviato un percorso virtuoso per la valorizzazione del territorio che rafforza l’azione di “Castelli di Pace”, la rete di sessanta comuni italiani promossa da Legambiente impegnata per la pace e la sostenibilità, di cui Castelbuono stesso è capofila in Sicilia».
Il dissenso è arrivato da parte di alcune associazioni animaliste da sempre contrarie all’utilizzo degli animali legato ad attività economiche, capofila la Lav (Lega anti vivisezione) che ha subito promosso una raccolta di mail di protesta, ha inviato una diffida formale al Sindaco Cicero e sta acquisendo pareri veterinari per monitorare se si configura o meno il reato di maltrattamento.
Più blanda la protesta dell’A.N.T.A. (Associazione Nazionale Tutela Animali) che ha inviato una lettera al Sindaco chiedendo di ritirare la delibera ricordando che l’uso di animali “è materia regolata da Leggi dello Stato, soprattutto dalla 189/04, tale norma infatti, tende a limitare se non a vietare l’utilizzo di animali per attività non compatibile con la loro natura….”. A tutte il sindaco ha risposto ribadendo le buone intenzioni della scelta effettuata e la convinzione di non violare alcuna legge, invitando i rappresentanti delle stesse ad andare a Castelbuono in qualsiasi momento e constatare di persona.
Si è fatta sentire anche l’A.N.P.A.N.A. (Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente) che dopo il confronto con il Sindaco, soddisfatta delle risposte ricevute e riservandosi di accettare l’invito, ha messo a disposizione, qualora servisse, il proprio protocollo di adozione riservato agli equini in difficoltà.
Gli asini netturbini hanno scatenato un acceso dibattito anche sul web. Navigando tra blog e forum prendiamo atto che la bilancia pende dalla parte del Sindaco perché si concorda con la tesi di un beneficio per i polmoni e per le orecchie, perché piace un ritorno alla lentezza e alle tradizioni. Ma non mancano gli attacchi, a volte motivati con la lesione della dignità dell’animale o con la sopportazione di una fatica poco naturale, a volte immotivati.
Per chi non avesse visto i simpatici asinelli a lavoro che pur sono stati presenti all’interno dei telegiornali di ogni rete televisiva basterà collegarsi a www.kataweb.it/multimedia/media/569893, www.youtube.com/watch?v=SOn7-yMalnk e www.youtube.com/watch?v=oomPuZ0SPPU.
Castelbuono oltre gli asini
Prima di salire alla ribalta per via degli asini netturbini, il nome di Castelbuono si associava al Parco delle Madonie, per gli amanti delle escursioni naturalistiche. Per gli amanti di storia, architettura, arte, Castelbuono significava Castello dei Ventimiglia la cui costruzione iniziò nel 1316 e che custodisce, nella Cappella Palatina, una reliquia di Sant’Anna.
Da sempre, infine, per i turisti attenti ai percorsi enogastronomici Castelbuono è tappa d’obbligo per via del mannetto, dolce dal gusto simile al pandoro, ricoperto da uno strato di manna, “biblico” presidio Slow Food – http://sloweb.slowfood.it/sloweb/ita/dettaglio.lasso?cod=TM06_1525 – la cui zona di produzione si estende tra Castelbuono e Pollina.
Stefania Pilato & Francesco Micalizzi
Foto Rosario Mazzola
CM n.246 – Aprile 2007
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