In memoria di Giorgio Pomario
di Redazione


Ragusa – È giunto alla terza edizione il “Trofeo Sport & Natura”, la gara podistica che la Società Barocco Running di Ragusa organizza all’interno della Riserva della foce del fiume Irminio.
Le caratteristiche tecniche della gara sono, dal mio punto di vista, poco importanti. Si sappia soltanto che si tratta di un circuito di circa due chilometri da percorrere una volta per gli juniores, due volte per le donne, e tre per gli uomini. Quindi pochi chilometri (tantissimi per chi è sedentario cronico), su uno sterrato, un sentiero stretto, in un posto naturalisticamente incantevole. La gara è stata vinta da Greta Graziani per le donne e da Giuseppe Gerratana per gli uomini, entrambi atleti della Running Modica.
Quanto però mi sento di dover riferire, non è l’esito sportivo della gara podistica, comunque di livello, quanto l’aspetto più marcatamente “umano” della iniziativa.
Da osservatore “esterno”, armato solo di Nikon e curiosità, ho registrato sensazioni e impressioni, emozioni e riflessioni, tutte inerenti l’evento. Sin dall’arrivo al traguardo dei bambini, con indosso la maglietta che la Barocco Running ha regalato a tutti i partecipanti. Bambini tutti sudatissimi e felicissimi, tutti emozionati, contenti del fatto stesso di aver corso, di essersi impolverati e di aver ricevuto una medaglia dopo essersi abbracciati tra di loro e coi loro genitori. Poi le fasi precedenti la gara degli adulti. Quando Giorgio Platania, il Presidente della Barocco Running, ha ricordato il suo amico e compagno di squadra Giorgio Pomario, recentemente scomparso e al quale la gara era dedicata, sono stati tantissimi quelli costretti ad asciugarsi le lacrime. Normale piangere, certo, alla sola idea che un tuo amico sia morto a cinquanta anni per un infarto, lui, corridore, allenato. Normale emozionarsi, certo. Normale poi tornare al sorriso, all’adrenalina, alla tensione dei minuti che precedono lo start.
Ma per nulla normale, anzi del tutto anomalo, è il post-gara. E se anche la pattuglia di sei o sette atleti di livello ha dato tutto, ha corso a tre minuti al chilometro (per chi corre, questo è un traguardo che si raggiunge molto difficilmente, anche su brevi distanze) quella organizzata dalla Barocco Running infatti, ha assunto le caratteristiche più della festa che della gara.
Agli atleti che stanchi dopo il traguardo, la Barocco Running ha offerto – diremmo ovviamente – acqua e succhi di frutta, non è parso vero assistere successivamente ad una sfilata di frutta di stagione e soprattutto di dolci “casalinghi”. A prepararli – infatti – sono state le donne della stessa Barocco Running, che sono certamente atlete (una di loro, la catanese naturalizzata ragusana Fernanda Mirone è atleta di livello nazionale, soprattutto nelle lunghissime distanze e nelle gare di altura), ma anche ragazze intelligenti che sanno stare insieme in maniera sana, all’aria aperta, con lo sport quale leit motive.
Sarà che lo sport nazionale – si intende il futbol – è in crisi totale, di immagine ed economica; sarà che la televisione ha sì portato in tutte le case le dirette di gare che si svolgono dall’altra parte del mondo, sarà quel che si vuole, ma la gara podistica locale regala emozioni uniche. Anche perché la corsa su strada è al contempo uno sport antichissimo e modernissimo. La corsa è stata infatti la prima manifestazione agonistica, perché la più semplice: vince chi arriva primo. E nel contempo è oggi – se si vuole – un mix di alimentazione controllata e allenamenti mirati, di strumenti di controllo e di attrezzature tecnologiche d’avanguardia. Ma – volendolo – si può anche soltanto indossare scarpette e pantaloncini e correre, semplicemente correre.
Per chi volesse farlo, e finora ha desistito per noia o per pigrizia, ricordiamo l’ormai “classico” appuntamento delle 19 (ma dopo il ferragosto si anticipa alle 18,30) allo “Scalo Trapanese”, all’ingresso del nuovo Porto turistico di Marina di Ragusa. Si parte verso Punta Secca e poi si torna: la velocità è “personalizzata”, ovvero ognuno corre quanto e come può, l’importante è stare insieme.
Nella foto: Peppe Gerratana e Giorgio Platania
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