Cultura
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03/11/2010 00:46

I 70 anni di Vincenzo Cerami: Da Pasolini a Benigni

Lo stesso giorno e anno di Gigi Proietti

di Redazione

Roma – L’autore del romanzo «Un borghese piccolo piccolo», del film «La vita è bella» e della commedia teatrale «L’amore delle tre melarance».

Letteratura, cinema e teatro sono da sempre i compagni di viaggio di Vincenzo Cerami, che oggi compie settant’anni. Lo stesso giorno e anno di Gigi Proietti con cui tante volte, in passato, ha festeggiato il compleanno. «I compleanni li ho sempre rimossi. Non significano nulla. È un giorno come un altro. E poi il 2 novembre è il giorno dei morti» dice Cerami che passerà il giorno della sua festa a Istanbul.

«C’è un incontro fra scrittori italiani e turchi a cui partecipo» racconta lo scrittore che ha appena finito di girare un film con il figlio Matteo, 29 anni, e sta scrivendo un nuovo romanzo. «Si chiama “Tutti al mare” ed uscirà in primavera. Si ispira a Casotto che avevo fatto con Sergio Citti negli anni ’70. Ci siamo divertiti a farlo con Matteo. È un film corale. Sono storie un po’ alla Altman con tanti personaggi interpretati da Gigi Proietti, Marco Giallini, Anna Bonaiuto e Ambra. Ci sono i piccoli drammi, tragedie, verità e sogni dell’Italia di oggi che vive un totale smarrimento. Con Matteo stiamo lavorando anche il trattamento di un altro film che se ci riesce è una bomba». Il romanzo, che sta scrivendo e uscirà per Mondadori, invece, è «una storia futurista. Ambientata fra 20 anni, un pò fantascienza però favolistica. È fuori dai canoni di oggi e soprattutto non è un giallo». Cerami non si ferma mai perchè «vive di curiosità». Tutto quello che ha imparato lo ha «rubato» ai grandi del cinema e della letteratura che ha avuto la fortuna di incontrare nella sua vita. A partire da Pier Paolo Pasolini che era suo insegnate alle scuole medie, a Giorgio Caproni, Alberto Moravia, Federico Fellini. E poi Massimo Troisi, Totò, Alberto Sordi.

«Sono tutti scomparsi. A ognuno ho rubato qualcosa. In fondo gli artisti sono sempre un pò infantili. Sono come i bambini. Hanno uno sguardo sul mondo inatteso, sorprendente. Quando danno un giudizio non c’è mai un pregiudizio. Ho imparato tanto da loro ma so che quello che devo imparare è ancora di più» spiega. E non a caso di Moravia dice: «mi ha visto crescere. Ma è sempre stato più bambino di me». Romano, nato il 2 novembre del 1940, cresciuto a Ciampino, Cerami ha scoperto la letteratura, la poesia e il cinema con Pasolini di cui è stato assistente alla regia in «Uccellacci e uccellini».

Pasolini si è interessato alla pubblicazione del suo primo libro «Un borghese piccolo piccolo» uscito nel 1976, dopo la sua morte, con la prefazione di Italo Calvino, e diventato un film di Mario Monicelli con Alberto Sordi.

«M’ha fatto ridere come pochi. Ma nessun altro avrebbe potuto recitare meglio la tragedia del mio borghese piccolo piccolo» dice Cerami di Sordi. Prima di darsi completamente alla letteratura, al cinema e al teatro, Cerami si era iscritto alla facoltà di Fisica quasi cercasse un ordine mentale diverso ma la sua strada è stata un’altra e la sua resta una figura fuori dagli schemi nel panorama culturale.

«Il fatto che oggi ci siano meno grandi autori non significa che il talento si è abbassato, significa che sono cambiati i tempi. Il rapporto con il mercato era un’altra cosa. Ora che il cinema non è più privato ma pubblico paradossalmente c’è meno libertà». Invece di fare cinema si «fanno videoclip» e invece «di fare letteratura si raccontano storie» dice parlando della media della produzione e poi precisa «ma non voglio fare lo snob. Voglio dire che tutto si muove in questo senso. Quando uno scrittore o un artista ha un’idea e pensa al marketing per quell’idea, è finita». «Scrivono tutti gialli ma il giallo non nasce in Italia, è nordico» dice. Cerami, che si è misurato con film e libri sottolinea anche che «quanto il cinema debba alla letteratura è una cosa antica. Tutto l’Ottocento è stato saccheggiato ma è vero anche il contrario: molta letteratura oggi si è lasciata influenzare dal linguaggio più potente del ‘900, quello delle immagini». Con Benigni «la creatura più bella che abbia mai incontrato», con cui ha scritto «Il piccolo diavolo», «Il mostro», «Pinocchio» , oltre a «La vita è bella», per il momento non ci sono progetti, «abbiamo fatto tanto insieme».