Attualità
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05/10/2009 20:15

I morti di Messina e il rischio idrogeologico in provincia di Ragusa

di Telenova

Ragusa – Nel territorio ibleo, come nel resto della Sicilia, esistono aree a rischio idrogeologico più o meno elevate. I Comuni iblei sono relativamente in ritardo con la pianificazione dei progetti per la mitigazione del rischio idrogeologico, visto che solo negli ultimi anni le amministrazioni locali hanno iniziato a progettare interventi per risanare e consolidare le aree a rischio.

Il Comune di Ragusa, ad esempio, ha partecipato di recente, con cinque proposte progettuali, al bando di selezione con i fondi del Programma operativo regionale Fers 2007-2013 dell’assessorato regionale del Territorio e ambiente. I problemi di dissesto idrogeologico nel territorio del capoluogo, interessano principalmente Ibla e i suoi costoni rocciosi. Nel centro barocco negli ultimi anni si sono verificati cedimenti di massi, staccati dai costoni (via Velardo e corso Mazzini), che fortunatamente non hanno provocato vittime.

Le aree più critiche sono i versanti rocciosi che sovrastano via Ottaviano, via Monelli, via Diaz, il quartiere San Paolo in genere e i costoni sovrastanti via Addolorata e via Nicastro a Ragusa superiore (infatti tutte le proposte di intervento per i fondi Fers interessano proprio queste aree). A Comiso va la maglia nera per il problema del dissesto nell’area urbana di via Papa Giovanni XXIII e via Duca D’Aosta che a tutt’oggi non è stato risolto.

Nell’ottobre del 2005 un uomo di 65 anni, Angelo Cilia, venne travolto dalla piena del torrente Cucca, che ha il suo letto naturale lungo la via Papa Giovanni XXIII e che sfocia nel fiume Ippari. In quella occasione il Comune di Comiso ha proposto alcuni progetti di mitigazione del rischio idrogeologico, ma non è stato fatto nulla.

Il progetto in questione prevede la realizzazione di un canale di gronda a monte dell’abitato finalizzato ad intercettare le acque meteoriche e di ruscellamento superficiali (provenienti da monte verso valle) sottraendole ai quattro torrenti Cucca, Petraro, Porcaro e Cava dei Modicani, per convogliarle verso il fiume Ippari.

A Scicli, il sindaco Giovanni Venticinque, come ha scritto nella sua relazione annuale sottolinea che “l’impegno profuso dagli operatori del servizio di Protezione civile, per la specifica competenza, per la tematica del rischio idrogeologico, porterà a breve alla consegna del piano comunale di protezione civile del rischio idrogeologico per essere eventualmente approvato dagli organi competenti comunali”. Il Comune di Scicli sta comunque eseguendo i lavori di consolidamento del colle San Matteo.