di Redazione
“Cambiare l’attività, o integrarla intraprendendo quella della pescaturismo? Ottima idea, peccato che il problema principale per noi sia l’insabbiamento del porto e l’assenza di un braccio di levante che impedisca alla sabbia di entrare nella diga foranea, ostruendola”.
L’idea di riconvertire almeno in parte l’attività piace a Lino Buscema, soprannominato “il capo” a Donnalucata per via del lungo corso che vanta nella marineria locale, ma la condizione di partenza perché si possano affrontare scenari è un’altra.
“In questi giorni sono in corso i lavori di dragaggio della diga foranea –spiega il pescatore-. Ci accoriamo che alla prima mareggiata la diga si insabbia di nuovo. Il problema emerge in tutta la sua evidenza quando spira scirocco.
Le correnti di levante trovano aperta la diga forane, quasi fosse un imbuto, e come un imbuto viene ostruita”.
Cosa fare allora? “Qualunque intervento temporaneo, come il dragaggio, o di lungo periodo, come la messa in sicurezza, non risolveranno la questione se non si creerà una diga in grado di arginare la sabbia caricata dalle correnti di levante e portata dentro lo scalo di alaggio del porticciolo”.
Quarantaquattromila euro. Sono quelli che si stanno spendendo per dragare la diga foranea. L’intervento è stato finanziato dall’Assessorato regionale ai Lavori Pubblici, che ha affidato il compito di dragare il porto, 2500 metri cubi di sabbia, grazie a un appalto della durata di 30 giorni.
In totale, la Regione ha riconosciuto 52 mila euro, di cui 8000 euro per l’analisi delle sabbie, e 44 mila per il dragaggio.
La vicenda del progetto di messa in sicurezza della struttura grazie ai fondi del terremoto di Santa Lucia è ferma all’interlocuzione tra il Comitato paritetico Stato Regione, istituito con la legge 433 del 91, e il direttore del dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri Guido Bertolaso.
Il Dipartimento della Protezione Civile di Ragusa, ha redatto una memoria difensiva, già trasmessa alla Comitato paritetico, nel tentativo di superare le obiezioni del Dipartimento nazionale, raggiunto da alcuni dossier confezionati da ambientalisti iblei, che denunciano come dietro la messa in sicurezza del porto di Donnalucata si celi piuttosto l’intenzione di fare un secondo porto turistico dopo Marina di Ragusa.
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