Un’antologia delle esperienze artistiche di Cecilia in giro per il mondo
di Stefania Pilato
Modica – “Sono un’artista che con la musica non guadagna, ma dalla musica ha ricevuto tante emozioni”.
Così Cecilia Pitino, dal palco del Teatro Garibaldi, dichiara il suo amore alla musica durante “Trece años”, spettacolo che ha inaugurato “Teatro aperto”, sezione della Stagione 10/11 della Fondazione Teatro Garibaldi dedicata agli artisti del territorio.
“Trece años” è un’antologia delle esperienze artistiche di Cecilia in giro per il mondo, in Europa e in Venezuela, e nella sua Modica, dove ha iniziato e dove è tornata.
Cecilia canta e si racconta, ricordando incontri e collaborazioni che hanno contribuito a forgiare il suo modo di rileggere e interpretare la musica tradizionale siciliana.
Apre lo spettacolo con una lirica di Carmelo Assenza e ringrazia chi le ha permesso di intraprendere la carriera artistica – i genitori e la famiglia – e chi l’ha incoraggiata a proseguire: Emanuele Calvo, Raffaele Galazzo, Carmelo Assenza.
Il primo brano in scaletta è “U spiculaturi”, canto tradizionale inciso in “Spunta ‘na rosa”, album pubblicato nel 1998 dal quale propone, tra gli altri, anche “’U viersu”, “’Na scocca d’oru”, “Stidda lucenti” e “Spunta ‘na rosa”.
A questi brani aggiunge canzoni estratte da “Far lunari”, album nato da una collaborazione con i Dounia e pubblicato nel 2003, e non fa mancare un omaggio a Rosa Balistreri interpretando “Cantu e cuntu” e “Li pirati a Palermu”, scritta da Ignazio Buttitta e musicata dalla Balistreri.
Sul palco con Cecilia anche Pier Paolo Sichera alla chitarra, Riccardo Gerbino alle percussioni, Giovanni Arena al contrabbasso e la danzatrice Cristina Cecere, figlia dell’artista modicana.
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