Banda larga
di Redazione

Technologies italiano sembra aver accelerato il passo e ridotto le distanze con gli altri Paesi dell’Ue, ma la Sicilia continua a balbettare sul versante delle innovazioni e della tecnologia: è questo il quadro descritto dall’ultimo rapporto di Assinform, l’Associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende del settore, in collaborazione con NetConsulting Cube.
Il mercato Ict in Italia. Partiamo proprio dall’analisi dei dati italiani, da cui emerge un 2016 tutto sommato positivo, archiviato con una crescita finale dell’1,8% sull’anno precedente; ancor meglio le previsioni sul 2017 in corso, per cui è prevista una tendenza ancora migliore e un ulteriore incremento del 2,3%. In totale, il mercato digitale tricolore, nelle varie forme di informatica, telecomunicazioni e contenuti, ha raggiunto quota 66 miliardi di euro.
Innovazione diffusa. Secondo gli esperti di Assinform, è importante considerare che questi i progressi si inseriscono in uno scenario economico ancora incerto; eppure, la ripresa degli investimenti in beni strumentali appare associata a un profondo cambiamento della domanda Ict, a vantaggio delle componenti più legate all’innovazione diffusa. Guardando al dettaglio dei dati, si nota come la crescita maggiore riguardi gli elementi più innovativi, ovvero quelle che vanno dal Cloud all’IoT, dai servizi mobili alle applicazioni che integrano le filiere.
Lo scenario italiano. Molto positiva anche la performance di contenuti e pubblicità digitale (in salita del 7,2% in un anno), servizi ICT (incremento del 2,5%, grazie anche alla spinta dal Cloud) e l’ambito di software e le soluzioni (che registrano una variazione positiva dell’4,8%, grazie anche all’IoT). Tra gli altri numeri interessanti che testimoniano l’interesse delle imprese italiane a investire nel digitale vanno citati la percentuale degli occupati nelle professioni Ict, che oggi si aggira intorno a quota 3,2% (con un boom per il segmento delle funzioni direttive e tecniche a più alta qualificazione) e la diffusione sul territorio nazionale di startup innovative, che a fine 2016 sono risultate 6.745, ovvero il 31% rispetto all’anno prima e addirittura il 112% rispetto al 2014.
La Sicilia balbetta. Se questo è il contesto nazionale, un po’ meno brillanti sono le prestazioni della nostra Sicilia: come confermato dall’Istat, sull’isola solo il 12,4% delle imprese con almeno 10 impiegati sceglie di svolgere le funzioni Ict con addetti interni, mentre la grande maggioranza (il 61,9%) deve ricorrere a personale esterno. Va un po’ meglio sul versante delle imprese innovative, perché la “Relazione annuale al Parlamento sullo stato di attuazione e sull’impatto della policy a sostegno delle startup e delle Pmi innovative” redatta dal ministero dello Sviluppo economico inserire la regione nella top ten nazionale: in particolare, in Sicilia sono concentrate il 4,6% di startup sul totale nazionale (meglio di Trentino Alto Adige, Sardegna e Friuli Venezia Giulia).
Problema banda larga. Un altro ambito in cui si registra una crescita a livello nazionale è quello della banda larga fissa, dove sono segnalati 15,4 milioni di utenti a settembre 2016, con un incremento del 4,0% rispetto all’analisi precedente, ma le cose in Sicilia non sono altrettanto positive. L’Istat ha infatti realizzato delle statistiche che riporta gli scostamenti regionali dalla media italiana delle famiglie che dispongono di un accesso a banda larga, consegnando appunto alla Sicilia valori negativi, pari al -7,1 per il 2015 e -8,5 per il 2016.
Invertire la tendenza. Qualche segnale di speranza arriva dalla diffusione degli operatori privati, che possono colmare alcuni gap infrastrutturali ancora presenti nella Sicilia: è il caso di Eolo, player di primo piano a livello nazionale, che sta conquistando importanti quote di mercato grazie a offerte Internet competitive e a una rete affidabile e veloce. È così che la regione, attualmente relegata agli ultimi posti per diffusione di banda larga, può invertire la tendenza e ridurre le distanze con altre aree del Paese che invece hanno già compreso e sfruttato i vantaggi dell’Ict e del Web.
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