Attualità
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10/09/2007 09:43

Il Centro Anffas chiuso dal 31 luglio

di Redazione

Mancano 205 mila euro nei servizi sociali, tanti quanto bastano perché il Centro per persone con differenti abilità di Donnalucata gestito dall’Anffas non riapra.
E non è l’unico servizio sociale soppresso in questi mesi. Il centro di via Savona è chiuso dal 31 luglio scorso, data di scadenza della convenzione con il Comune. In occasione dell’ultima manovra di bilancio, l’approvazione del conto revisionale 2007, il consiglio comunale ha operato una serie di tagli ai servizi alla persona. L’amministrazione avrebbe voluto riattivare il servizio il primo settembre, ma mancano i soldi. Si attende perciò la manovra correttiva di bilancio, ma il massimo consesso cittadino non ha affrontato il punto all’ordine del giorno, per quanto in scaletta da ben due sedute. Gli ospiti del Centro per persone con differenti abilità da oltre un mese perciò sono rimasti a casa, con i genitori. Una situazione di sofferenza non solo per i disabili, ma anche per le famiglie, che, grazie al centro, da otto anni a questa parte hanno potuto riacquistare spazi di libertà grazie al sostegno che l’Anffas ha fornito. Purtroppo, il taglio dei servizi alla persona è diffuso e ha riguardato diversi settori, e non solo quello dei disabili. E’ aperta la questione dell’assistenza domiciliare agli anziani, servizio ridotto e ora sospeso. E al di là dello scambio di accuse tra centrosinistra e centrodestra sulle responsabilità dei tagli, resta il dato che i servizi arretrano.
Il Centro di socializzazione per persone con differenti abilità è stato aperto nella primavera del 1999, con fondi del bilancio comunale, con la presenza di figure professionali quali l’assistente sociale, l’animatore, l’educatore, l’insegnante Isef, il ceramista, l’assistente igienico, l’autista. In questo modo era stato garantito il rapporto di un operatore ogni quattro, cinque disabili. In esso sono state realizzate le attività di animazione teatrale, il laboratorio di ceramica, l’attività motoria, l’attività di manipolazione.
Il Centro, che ha ospitato venti disabili, è stato aperto per tre ore al giorno e per cinque giorni la settimana in orario antimeridiano, ma l’esigenza dei familiari e dei disabili è quella di poter usufruire
del centro per sei giornate e di ampliarne le attività anche fuori dall’orario di apertura per far partecipare i disabili ad attività culturali, sportive o ricreative (cinema, pizzeria, spettacoli vari…).
Dal 31 luglio il servizio è sospeso e ora si attende la nuova manovra di bilancio da parte del consiglio, che metta la giunta nelle condizioni di poter attivare una nuova convenzione con l’Anffas e di far ripartire il Centro di socializzazione per i disabili.