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25/11/2013 09:59

Il Comune di Comiso mette all’asta 11 mezzi. A un euro

Costa troppo mantenerli

di Lucia Fava

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Auto all’asta
Auto all’asta

 Comiso – Tre Fiat Panda e tre Punto, un ciclomotore della Malaguti, un pullmino giallo di quelli utilizzati per il trasporto scolastico e persino due moto ape della Piaggio. Il tutto, alla modica cifra di dieci euro o poco più. Non sono cominciate le svendite al comune di Comiso, semplicemente l’amministrazione comunale camsnea ha messo in vendita  alcuni suoi beni mobili non essenziali (così come previsto dallo stato di dissesto), il cui ricavato andrà a confluire nell’imponente massa passiva dell’ente. Una goccia di pioggia nell’oceano, visto che tale massa si aggira intorno a 47 milioni di euro tondi tondi di debiti pregressi (questa almeno la prima stima) e che i beni in questione sono stati messi in vendita con una base d’asta di un euro ciascuno. Undici mezzi, dunque, che rischiano di fruttare all’ente appena 11 euro. E l’opposizione parla di provvedimento che sfiora il ridicolo.

“Non c’è dubbio – spiega il capogruppo del Pdl, Dante Di Trapani – che mettere in vendita i beni immobili, a maggior ragione se non utilizzati, sia addirittura un obbligo per un comune in dissesto. Noi non contestiamo il fatto che questi beni vengano venduti. Tra l’altro, sappiamo perfettamente che sono dei mezzi da rottamare, difficilmente utilizzabili dal Comune. Ma, fare un’asta per 11 mezzi con una base di partenza di un euro, rischia di essere un provvedimento farsa. Immaginiamo una vendita ad un euro ciascuno, poi cosa facciamo, presentiamo all’organo straordinario di liquidazione un bonifico di 11 euro, quando abbiamo a che fare con una montagna di milioni di debiti?”

Per Di Trapani si doveva agire in maniera diversa, ovvero “inserendo questa vendita in un pacchetto più ampio che comprendesse anche altri beni di cui il comune può fare a meno ma in grado di suscitare l’appetito di artigiani, imprese e ditte”. “Si poteva procedere anche con una trattativa privata – aggiunge l’esponente del Pdl – convocando 5-10 ditte artigiane, dicendo loro: abbiamo questo ferrovecchio, quanto ce lo pagate? Avrebbero potuto risparmiarci la determina dai titoli roboanti “finanziamento della massa passiva”, visto che si tratta di un asta che parte da un euro e che rischia di far perdere solamente tempo agli uffici che, nel corso di questi anni, hanno fatto un lavoro egregio di stima di tutto il patrimonio mobiliare e immobiliare dell’ente”.

Ma l’amministrazione taglia corto. “Non stiamo facendo una semplice dismissione – spiega il vicesindaco Gaetano Gaglio –. Quei mezzi, tra manutenzione, assicurazioni e via dicendo, per noi sono un costo. Il comune, anche ammesso che dalla loro vendita si ricavi zero, risparmia comunque. Poi è chiaro che se l’asta non va a buon fine utilizzeremo anche queste altre procedure suggerite dal consigliere Di Trapani. Non riesco a capire però come mai non le abbiano attuate loro visto che, proprio Di Trapani, amministrava fino a 4 mesi fa”.