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05/08/2008 17:36

Il Cristo in gonnella è scappato. E a Scicli nessuno ne sa niente

di Redazione

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Il Cristo in gonnella è scappato.
Anzi, è al Castello di Donnafugata, pare, ma del suo trasferimento a Scicli nessuno sa niente.
E così i turisti che si recano alla chiesa del Carmine in cerca della tela seicentesca raffigurante la singolare immagine del Cristo in croce con ai fianchi una veste sacerdotale bianca restano a bocca asciutta.
La Sovrintendenza ha trasferito la tela del Cristo che originariamente si trovava custodita nella chiesa di San Giovanni Evangelista (sede indicata da tutte le guide turistiche) e da quattro anni ospitata al Carmine per via dei lavori di restauro di quella chiesa, al castello di Donnafugata.
C’è una mostra, che ospita peraltro gli affreschi del convento della Croce di Scicli, inspiegabilmente trattenuti per due anni e mezzo dalla stessa Sovrintendenza, e ormai che c’era l’ente di tutela dei beni culturali ha portato via anche il Cristo in gonnella.
“Speriamo che stavolta lo riportino a Scicli”, commenta una guida turistica. “Il precedente degli affreschi dell’ex convento della Croce è un brutto precedente.”
La notizia del trasferimento “temporaneo” della tela del Cristo di Burgos da Scicli a Donnafugata ha mandato su tutte le furie gli operatori turistici: “Proprio in agosto, quando arrivano i visitatori in cerca dei beni culturali più singolari di cui la città dispone, ci troviamo spogliati di tutto”, racconta una guida. “La chiesa madre, la chiesa di San Bartolomeo, e San Michele Arcangelo chiuse per restauro. E il Cristo di Burgos in vacanza a Donnafugata. Senza una preventiva, condivisa, partecipata comunicazione circa il trasferimento, avvenuto all’insaputa della città”.
A Scicli la vicenda degli ex voto della Croce ha lasciato scottati gli operatori culturali, terrorizzati dalla facilità con cui la Sovrintendenza di Ragusa si affeziona ai beni culturali sciclitani. si trova un dipinto che presenta una iconografia rara in Italia.
Il dipinto raffigura un Cristo crocifisso con una veste sacerdotale che copre la parte bassa del corpo, dai fianchi alle caviglie. La veste è bianca con una larga fascia a merletto in basso. Illeggibile risulta la croce lignea di spalle che si confonde sullo sfondo scuro.
Oltre alla veste sono inusuali anche un uovo di struzzo e due coppe circolari convesse poste sotto i piedi, di colore grigio metallico, e tenuti da un unico chiodo.
Un confronto iconografico ci consente di classificarla come opera spagnola del XXVII sec.: analogo impianto iconografico hanno dipinti spagnoli dello stesso secolo, ed un soggetto del genere, in particolare, viene venerato a Burgos.