Cronaca
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09/08/2025 11:42

Il diario dell’assassino di Sara Campanella: “Ha deciso lei che dovevo ucciderla”

Stefano Argentino, morto suicida in carcere, aveva previsto tutto da mesi: avrebbe prima tolto la vita alla ragazza e poi a se stesso.

di Redazione

Messina – Il 5 ottobre 2024 Stefano Argentino aveva già deciso: “Provo a parlarle, ma continua a non fare niente… la uccido e mi suicido”. Nelle note del suo smartphone, riportate da Repubblica, il ventiduenne aveva descritto mesi prima il femminicidio di Sara Campanella, la compagna di università che lo rifiutava, e il gesto estremo “impiccandomi”. Alla madre aveva già dedicato una lettera d’addio, per quando anche lui si sarebbe tolto la vita: “Mi dispiace, è giusto che si sappia sta storia, non sono un mostro.

Aveva pure scritto una lettera d’addio alla madre: “Mi dispiace, è giusto che si sappia sta storia, non sono un mostro”. Nel diario dell’assassino, trovato dai carabinieri nelle note del suo smartphone, era già scritto il drammatico epilogo di questa storia, che si è consumato mercoledì pomeriggio. Il giovane rinchiuso nel carcere di Gazzi dal 31 marzo si è ucciso per davvero impicciandosi, in cella. Un rischio che la procura di Messina diretta da Antonio D’Amato aveva segnalato alla direzione del carcere, ma qualche giorno fa gli psicologi avevano messo nero su bianco che il pericolo era venuto meno. Invece, Argentino non aveva mai smesso di essere schiacciato dalle sue ossessioni, quelle che per due anni aveva segnato sul telefonino.

“Saremmo stati una coppia bellissima — annotava il 27 maggio 2024 — ma non mi hai dato modo di iniziare a frequentarci”. L’ossessione per quella compagna era diventata giorno dopo giorno un pesante delirio: “Io piaccio a lei — scriveva un anno prima — e sono sicuro che anche lei prova alcune mie sensazioni”. Ma Sara Campanella neanche lo guardava, come hanno raccontato le amiche, anzi la giovane era infastidita per quelle attenzioni. E lui doveva averlo avvertito: “Guardare i video Instagram di gente che tratta male le donne mi ha fatto del male”, scriveva. E ancora: “Le donne si trattano bene”. Inquietante il passaggio successivo: “Ricordalo! Se ci tieni a una persona devi trattarla bene”. E segnava in grassetto: “Io amo le donne”. Ma era già dentro i suoi deliri: “Essendo fidanzata, hai già capito che stravedo per te. Mi dai corda e hai cambiato strada per salire con me in ascensore”. L’ennesima bugia, svelata dal rancore che covava: “Quelle tue guardie del corpo che rompono le balle sono le uniche che nominano il tuo fidanzato davanti a me”. Sara aveva chiesto alle amiche di starle accanto. E lui era infastidito, i deliri l’avevano ormai travolto: “Mentre la passione è forte dovremmo sbloccarci. Ti amo Sara per sempre”.

Parlava di amore, ma meditava il peggio. “Dopo quattro mesi — scriveva nel maggio 2023 — sembra come se si sia perso tutto”. Non si rassegnava. Il 6 agosto annotava: “Non essere impulsivo con le parole”. Invece, il delirio cresceva: a ottobre, iniziò a collezionare foto di Sara Campanella e a metterle accanto alle sue. Intanto, proseguiva il diario immaginario: “Se mi hai visto diverso è perché sono scombussolato”. Era un diario dell’assurdo, rivolto a una ragazza che neanche gli parlava. “Lei ha atteggiamenti strani e però si è messa dove stavo io quando ero andato via con lo zaino”. L’ennesima fantasia diventata delirio. “Entro 7-30 giorni faccio il passo decisivo. Lei vuole un ragazzo e ora è il momento per chiederle di uscire”. Sono parole drammatiche, che raccontano cosa si agiti nella testa di un uomo che odia le donne. A leggere questo diario terribile, si scopre che Argentino odiava anche se stesso.

Così scriveva la notte fra il 4 e il 5 marzo 2024: “Ho problemi grossi miei interni. Problemi soprattutto per il nuovo modello di capelli, ho una riga terribile”. Una banalità, ma per lui era un “grosso problema”, perché “con lo shampoo alle erbe — annotava — i miei capelli sono unti, neri, imbrogliati. Non mi sento alla tua altezza, quando farò trapianto mi ci sentirò”.