Raccolta etnoantropologica
di Redazione


Modica – Opera meritoria e faticosa (da scrivere), bellissima (e commovente) da leggere. “Il grande silenzio dell’altopiano” è la seconda pubblicazione di Marcella Burderi, giornalista e ricercatrice etno-antropologica modicana. Per i tipi dell’Associazione Culturale “Dialogo” di Modica, Marcella Burderi, con la collaborazione di Biagia Guerrieri, ha raccolto le testimonianze di decine e decine di anziani modicani e frigintinesi, veri e propri scrigni di antica cultura contadina. Preghiere, modi di dire, miniminagghie e racconti di vita vissuta (e di morte patita) in un volume corredato da stupende fotografie. Un’opera, si diceva, difficile da realizzare perché raccogliere e poi ordinare il materiale è tutt’altro che semplice. Opera che ci voleva: ogni anno che passa, ed ogni volta che un anziano muore, l’immenso (ma non infinito) patrimonio culturale popolare ibleo perde un pezzo (vale per tutte le culture locali, ma a noi interessa il nostro territorio).
A completare l’opera della giornalista modicana anche un CD allegato al libro, con le vive voci dei veri protagonisti della ricerca sociologica che, ne siamo certi, contribuirà ad arricchire i già sostanziosi studi in materia, sia a livello locale sia a livello regionale.
Leggere, e soprattutto sentire, gli antichi stornelli, le antichissime preghiere e seguire le mani delle massare modicane nella stanza del forno, sono emozioni che l’attuale generazione, quella di chi ha oggi un ricordo di questo passato recente quanto antico, vive pienamente e consapevolmente. Ma il “pericolo” è per le generazioni più giovani, insomma, di chi ha oggi meno di cinquanta anni: costoro hanno certamente sentito dire, percepito, intuito la grandiosità della cultura popolare dei loro nonni e bisnonni. Hanno – solo volendolo – la possibilità di perpetuarne la memoria (non è possibile, sarebbe non soltanto utopistico ma anche sciocco tentare di fermare il tempo e la evoluzione della lingua e dei costumi, sociali e personali). In tal senso i lavori preziosissimi come questo di Marcella Burderi sono sempre graditi, e sono sempre pochi.
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