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09/04/2010 15:24

Il Ministro dell’Interno Maroni a Palermo. Per suonare con la band

"Suoniamo per beneficenza"

di Redazione

Palermo – Qualche mese fa, mentre passeggiava per Varese, una giovane madre con un bambino lo ha fermato e ha detto al figlio: “Lo sai chi è questo signore? È quello del “Distretto 51″”. Già, ma quel signore è anche il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. “È stata una cosa che mi ha fatto ridere perché a Varese, dove siamo nati, è così. Io sono uno della band, è un dettaglio che sia anche il ministro dell’Interno. Mentre fuori dalla città, quello è il gruppo in cui suono io. E, tra l’altro, è un’etichetta che agli altri componenti del gruppo non piace molto”.

Ministro, però per il concerto di domenica al teatro Politeama di Palermo per raccogliere fondi per i bambini di Haiti parlate a chiare lettere della “Band del Ministro Maroni”.
“È stata una decisione molto sofferta. I miei “compagni” non vogliono essere additati come quelli che suonano con il ministro. Ma poi abbiamo pensato che se serve per far venire gente, trattandosi di un evento di beneficenza, va bene così. La causa è nobile, possiamo anche chiudere un occhio”.

Insomma, il fine giustifica i mezzi?
“Sono il primo a non volere che il gruppo sia famoso perché ci suono io. Faccio musica da prima ancora di essere parlamentare, è una passione vera e non l’ho mai abbandonata. Quando sono sul palco sono solo un tastierista. Sono uno tra quindici musicisti. La mia carica può essere un modo di attirare la curiosità, ma sono convinto che anche dal punto di vista qualitativo non abbiamo molto da invidiare alle grandi band. Ci divertiamo noi e si diverte il pubblico”.
 
Ma è lei a scegliere le date e gli eventi a cui partecipare?
“Abbiamo un manager che organizza e gestisce tutto. Decide lui dove e quando esibirsi. Io vengo solo convocato, esattamente come tutti gli altri musicisti”.

Come riesce a coniugare la musica con i suoi impegni?
“Non è molto facile. Per le prove non c’è problema perché ho la fortuna di suonare l’organo Hammond che è uno strumento solista, la ritmica la fanno gli altri”.

Ma se gli spettatori vengono per il ministro e poi il ministro non c’è…
“Cerco di esserci sempre. Non esserci per me è una sofferenza. Quando proprio non posso partecipare, mettono una mia sagoma a grandezza naturale che sembra vera. Magari però dopo qualche ora, gli spettatori si accorgono che non cambio mai posizione… Ma spesso accade che mi presento a metà del concerto e la sagoma vola nel backstage. Gli impegni non mi fermano. Oggi, rispetto a quando arrivavamo con il nostro furgone e montavamo il palco da soli, fare un concerto è molto più facile, soprattutto in termini di tempo”.

C’è un brano che le piace in particolare?
“Un medley di James Brown ed “Emotionally yours”, un pezzo di Bob Dylan rifatto in stile soul dagli O’Jays. E anche dai “Distretto 51″”.