A oggi restano più le domande che le risposte
di Gabriele Giannone


Modica – È vivo, ed è ciò che conta. Ma la vicenda del dottor Federico Ottaviano, 67 anni, disperso in mare per oltre venti ore e riapparso sulla spiaggia di Marina di Modica in buone condizioni, lascia dietro di sé una lunga scia di dubbi e interrogativi.
I fatti risalgono a domenica scorsa, quando l’uomo si trovava a bordo di una barca a vela di 14 metri, insieme a cinque amici, a circa 2,5 miglia marine dalla costa. Le condizioni del mare erano perfette: calma piatta, assenza di vento – la cosiddetta “bonaccia” – che rendeva persino inutilizzabile la vela. In questo contesto tranquillo, parlare di “naufragio” appare improprio.
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Secondo quanto rivelato da alcuni fonti, Ottaviano si sarebbe tuffato in mare per un bagno. Poco dopo, però, la barca si sarebbe inspiegabilmente allontanata, lasciandolo in acqua. Una circostanza difficile da comprendere, visto che il mezzo era dotato di pilota automatico, progettato proprio per mantenere la rotta in condizioni di stabilità.
Resta da chiarire perché nessuno degli amici a bordo sia riuscito a fermare l’imbarcazione, né abbia gettato un salvagente. L’ipotesi più plausibile è che, nel tentativo di avvicinarsi all’uomo in mare, i presenti – probabilmente poco esperti – abbiano attivato il motore, lasciando però inserito il pilota automatico, il quale avrebbe tracciato una rotta contraria rispetto alla direzione voluta, allontanando definitivamente l’imbarcazione da Federico.
A quel punto, probabilmente presi dal panico, gli occupanti della barca hanno contattato i soccorsi da terra. Un gommone da Marina di Ragusa ha raggiunto l’imbarcazione con a bordo un nuovo timoniere che ha provveduto al rientro. Sono le 17:45 quando iniziano le operazioni ufficiali di ricerca.
Vengono mobilitati elicotteri dei vigili del fuoco, motovedette della Guardia Costiera, mezzi della Protezione Civile, moto d’acqua e pattugliamenti su un’area vasta. Le condizioni erano ideali: mare calmo, massima visibilità. Eppure, nessuna traccia del medico disperso. Cala il buio e con esso le speranze di ritrovare vivo Federico.
I dubbi crescono anche considerando le condizioni fisiche in cui è stato ritrovato. Trascorrere 20 ore in mare aperto, senza cibo né acqua dolce, con una temperatura dell’acqua non calda, rappresenta una prova estrema anche per un giovane allenato. Per un uomo di 67 anni, i rischi sono elevatissimi: ipotermia, disidratazione, sfinimento muscolare. E invece, Federico raggiunge la riva camminando, apparentemente lucido, coerente nel racconto e – secondo quanto emerge dalle cartelle cliniche – senza segni evidenti di compromissione fisica o alterazioni nei parametri vitali.
A oggi restano più le domande che le risposte. Se la vicenda continuerà a far parlare di sé – e appare inevitabile – serviranno verifiche oggettive: tracciati radar, audio delle comunicazioni coi soccorsi, testimonianze dei presenti a bordo, esami clinici.
Per ora resta una storia dai contorni ambigui, che profuma più di giallo estivo che di cronaca oggettiva. Con una sola certezza: Federico è vivo.
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