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22/04/2008 14:43

Il monumento della Sinistra alla Liberazione. I lapsus di fine legislatura

di Redazione

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In principio era la donna paludata.
Un Lions che non mi ricordo aveva istruito sottobanco la pratica per piazzare lungo uno dei tornanti di contrada Spana, la strada che da Modica porta a Scicli, la statua di una donna paludata circondata di stelle.
Sindaco della città era Adolfo Padua. Il tentativo fu sventato, la donna paludata scoperta, e gli automobilisti in arrivo a Scicli scamparono il coccolone per la funerea visione della macabra figura.
La giunta Padua fece un altro tentativo, quello sin troppo noto del busto di Francesco Mormina Penna nell’omonima via. Un buontempone approfittò del periodo di vacatio per giustapporre, sul piedistallo che attendeva l’illustre figura del massone mazziniano, un non altrimenti definibile cesso.
Ma la moda del monumento autocelebrativo dei propri fasti e della propria grandezza era iniziata con il commissario straordinario Alfredo Vicari, che appose una targa che lo ricordava come l’illustre che fece ricostruire il palco della musica in piazza Municipio.
Il palco andò in malora in un paio di anni e la targa decantante Vicari insieme ad esso.
La giunta Lonatica realizzò il monumento ai due carabinieri di Donnalucata, mentre la giunta Falla sostituì il sanitario di via Mormina Penna con la macina del dottore Gaetano Mormina, padre dell’assessore pro tempore Giovanni.
Ora arriva il monumento alla Liberazione. Un blocco di roccia nell’aiuola di piazza Italia ricorda il 63 esimo anniversario dalla Liberazione. Sarà  presentato alla città il 25 aprile. Povero Liddu Falla, non merita tanto oltraggio.
Perché il 63esimo? Forse perché è l’ultimo anno in cui ci saranno i Comunisti in giunta a Scicli.
E così, nell’anno in cui il Paese svolta definitivamente a destra, la Sinistra storica scompare dal Parlamento, i comunisti in giunta a Scicli non trovano di meglio che compiere il lapsus freudiano di festeggiare la Liberazione.
Ma a questi non è venuto il sospetto che la Liberazione che la città festeggia è proprio la Liberazione da loro?
All’Infedele di Gad Lerner, l’altra sera, Paolo Mieli e Nichi Vendola convenivano sulla circostanza che questa sinistra ha preferito la “rappresentazione”, il teatro, alla politica dei fatti, del governo, della capacità di incidere sulla realtà.
Non è un caso che Bertinotti abbia preferito il palcoscenico della Presidenza della Camera a quello ben più gravoso del Governo.
Fino a quando la Sinistra non capirà che la politica non è lo sventolio delle bandiere, quelle della Pace, della liberazione, della kefiah, fino a quando non capirà che è nelle azioni concrete del governare che si cambia la società, Berlusconi continuerà a far man bassa di voti.
Nella scorsa legislatura il compagno Sinacciolo, insieme a Nino Gentile, proposero il regolamento per la ristrutturazione di immobili nel centro storico da destinare a extracomunitari.
L’iniziativa non ebbe il riscontro sperato, ma era una concreta azione di governo. Così bella e innovativa da essere citata (e questo a Scicli nessuno lo sa) dall’Unione Europea come una delle misure più avanguardistiche attuate dagli enti locali nella integrazione tra popoli.

C’è un ultimo monumento di cui nessuno si è accorto.
Ed è quello contenuto nei pannelli pubblicitari che la Multiservizi di Scicli sta piantando in ogni dove, negli spazi verdi e fuori.
In ciascun pannello viene ricordato il nome dell’assessore pro tempore, Bruno Occhipinti.
Nel desiderio di piantare monumenti e fregi c’è l’angoscia di vedere affermata la propria superiorità sulla storia.
E forse anche un po’ della paura di morire che c’è in ognuno di noi.