Attualità
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14/02/2008 00:11

Il no dell’Udc al Cavaliere. E Casini pensa a un piano B

di Redazione

 

Se la riunione è stata fiume e i tormenti duravano da più giorni, la decisione è arrivata in meno di un’ora. Poco dopo le 17,00 le cosiddette fonti parlamentari, raccolte dalle agenzie, già assicuravano: “L’Udc corre solo con Casini premier”. Indiscrezioni? Sì, ma questa ormai sarebbe la linea ufficiale della riunione della Direzione del partito prevista per domani.

Alle 17,21 la conferma. Che viene dall’onorevole Michele Vietti, vicesegretario Udc e casiniano fedele. Lasciando l’hotel Minerva dove si sono riuniti i centristi (una cinquantina in tutto), Vietti dice: “L’Udc va da solo, Casini candidato premier. È rottura definitiva con Pdl”.

Alla direzione nazionale di giovedì quindi toccherà solo sancire definitivamente la scelta: il partito di Casini non teme affatto di presentarsi da solo. E quindi, sulla scheda elettorale del 13 e 14 aprile, l’Udc avrà il proprio simbolo, le proprie liste e una scritta: Casini premier. Ma, contestualmente, la direzione ribadirà la volontà del partito di stringere l’alleanza con il Pdl allo scopo di tenere uniti i moderati italiani. Insomma, un ultimo appello a Berlusconi perché ci ripensi. Altrimenti, ragionano i centristi, sarà Berlusconi ad assumersi la responsabilità di aver diviso l’area moderata. Un argomento spendibile anche in campagna elettorale. Soprattutto alla luce dell’accordo stabilito dal Pd con Di Pietro. Se condividiamo il programma e la premiership, si chiedono a Via due Macelli, così come fa l’Italia dei Valori con il Pd, non capiamo come Berlusconi possa negarci l’intesa dopo averla accordata alla Lega.

Nessun passo indietro, nessuna trattativa: “Non possiamo” ha spiegato Pier Ferdinando Casini ai maggiorenti del partito “rinunciare alla nostra identità e al nostro simbolo. Domani ribadiremo il nostro appello a non dividere i moderati, ma non cambieremo posizione. Se Berlusconi ci ripensa, noi siamo qui”. Stessi concetti espressi anche da Totò Cuffaro: “Così rischiamo uno stillicidio… noi tenteremo ancora di convincere Berlusconi, ma questa situazione danneggia sia noi che il Partito del popolo della libertà”. E proprio per sostituire l’ex governatore siculo da Roma un’ulteriore scelta: in Sicilia l’Udc appoggerà per la presidenza della Regione Raffaele Lombardo.

Da soli, quindi. Ma quanto vale oggi il partito di Casini? I sondaggi concordano nell’attribuirgli un peso oscillante tra il 4 e il 6 per cento. Ma quest’ultima è la quota raggiunta nel 2006: da allora Casini ha subito le scissioni di Marco Follini, Bruno Tabacci e Mario Baccini a sinistra, e del gruppo di Carlo Giovanardi a destra. Insomma, i neo-democristiani non godono di ottima salute. La legge in vigore consente di guadagnare seggi alla Camera superando il 2 per cento se si è collegati in una coalizione, mentre se si è fuori occorre il 4. Al Senato lo sbarramento sale rispettivamente a 3 e 8%.

E allora potrebbe tornare a galla l’ipotesi di un’altra alleanza. Il “piano B” tenuto in naftalina dallo stesso Casini: stando al centro, catalizzare la nuova formazione della Rosa Bianca.

E infatti. Mezz’ora dopo le dichiarazioni di Vietti, ecco la proposta. Prima di Pezzotta: “Siamo pronti ad aprire un dialogo costruttivo con l’Udc per rafforzare una forza politica intermedia che non si identifichi con questo bipolarismo”. Poi di Tabacci: “Il centro è uno spazio che si sceglie, non lo si subisce. Se da parte di Casini c’è disponibilità a correre in autonomia, ne discuteremo”.

 

Infine, tutti sistemati i piccoli? Più o meno. All’appello manca ancora l’Udeur di Clemente Mastella. Già, cosa farà il partito dell’ex Guardasigilli ora che “l’amico Pier” ha scelto di correre al centro? Coglierà l’occasione, tanto invocata nei mesi scorsi, di ridare corpo alla Balena Bianca (mettendosi a fianco delle coppie Tabacci-Pezzotta e Casini-Cesa)? Oppure secglierà di accogliere la riconoscenza che Silvio Berlusconi gli ha pubblicamente reso sabato scorso, entrando a far parte del Pdl? Due giorni ancora e l’arcano sarà svelato: per la mattinata di venerdì 15 febbraio, nella la sede nazionale del partito a Roma in largo Arenula 34, è convocato l’ufficio politico.