Cronaca di una gita finita male
di Redazione


Modica – Ho portato un gruppo di turisti a Modica. Indovinate quando? Di domenica (3 marzo 2013). Ca va sans dire, sarebbe l’ovvia affermazione di un transalpino.
Mi capita spesso di guidare gruppi piccoli di visitatori nella terra iblea, e sempre più spesso mi accorgo dell’entusiasmo col quale i miei ospiti osservano i nostri principali beni ambientali e culturali (mi si creda sulla parola se in una ipotetica classifica al primo posto è ovviamente – ovviamente lo dico io – il panorama dell’altopiano ibleo, poi i monumenti, laici e religiosi, a seguire le pietanze tipiche, dalle scacce ragusane al cioccolato modicano). Ammirazione sincera per un insieme di bellezze e patrimoni che non a caso l’Unesco ora sono dieci anni ha voluto inserire nella lista dei patrimoni dell’umanità.
Nel minitour modicano avevo prenotato la visita al Museo Ospedale Tommaso Campailla (un successone davanti le celebri botti e gli strumenti medici, soprattutto davanti il “teatro anatomico” con la inequivocabile tavola per sezionare i cadaveri), poi la meridiana a camera oscura di San Giorgio (altro successo, insieme al Polittico di Bernardino Niger e alla Madonna della Neve in marmo candido) e la Santa Maria di Betlemme col suo celebre presepe ottocentesco e soprattutto la cappella Palatina della famiglia Cabrera. Volevo completare il pomeriggio modicano con la visita al tanto celebrato (dai modicani) Palazzo della Cultura. Come tutti (?) sanno, a Modica l’antico Tribunale sul Corso Umberto Primo è stato trasformato in palazzo della cultura, quella che per i modicani è una sorta di cattedrale laica dove tra l’Ercole di Cafeo e i reperti archeologici è possibile osservare la storia plurimillenaria della città. Ed è vero. Se non fosse che il Palazzo della Cultura è aperto dal lunedì al sabato. La domenica è chiuso. Com’è chiuso anche l’Ufficio informazioni turistiche sistemato nei bassi dello stesso palazzo.
Adesso io non vorrei ripetere quanto scritto da altri colleghi (e immagino che sia stato già fatto), né tantomeno sostituirmi ai consiglieri comunali modicani (non ci tengo proprio), ma semplicemente far notare al signor Sindaco di Modica dottor Buscema che non è affatto normale che il Museo cittadino – meritevole esempio di raccolta di raccolte – rimanga chiuso la domenica, ovvero il giorno in cui si suppone arrivino i turisti. L’essere nella lista dei patrimoni dell’Umanità è un privilegio ma anche una responsabilità, è ovviamente un onore tanto quanto un onere, è un risultato ottenuto con sforzo e sacrifici che nessuno, ma proprio nessuno, garantisce ab aeternum.
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