Un racconto di Lidia
di Redazione

Domani… domani ho un appuntamento, il più importante di tutta la mia vita.
Spero di non dimenticarlo.
L’ho scritto sull’agenda, sul calendario, non posso non andare e… non voglio che sia lei, mia moglie, a ricordarmelo.
Non sono mai arrivato puntuale ad un appuntamento e molte volte non sono andato, da sempre.
Al mio matrimonio no, sono arrivato quasi in anticipo, non potevo far aspettare la sposa.
Siamo usciti da casa insieme e siamo arrivati nello stesso momento.
Ho sempre amato il mare e nuotare; i miei amici mi hanno sempre detto che non nuoto ma lotto con le onde… vorrei essere capace di lottare col tempo e non fare aspettare più nessuno… vorrei però che il tempo adesso mi ricordasse che c’è…
Oggi sono al mare.
È una meravigliosa, calda, serena giornata d’autunno, potrebbe benissimo essere una giornata d’estate.
Vorrei nuotare, non c’è nessuno. È meglio di no.
Non voglio rischiare di ammalarmi e non poter essere presente, domani.
Sto qui, sugli scogli.
La brezza leggera sembra accarezzarmi, con discrezione, come una mano timida e gentile, una mano morbida, di donna.
Le onde sono quiete, sussurrano parole dolci e mi infondono calma… sto bene.
Da piccolo mio padre mi diceva che ero “senza testa”.
Dimenticavo tutto, dov’era la cartella, i giochi, anche quelli più amati, non sapevo mai dov’erano le chiavi e la mia racchetta da tennis…
Mia madre pensava che fossi solo disordinato.
Non ero male da giovane, veramente lo sono ancora giovane e una volta speravo persino di non diventare mai vecchio.
Mi sarebbe dispiaciuto perdere il mio aspetto, la mia forza, la mia virilità… pensieri stupidi di cui mi vergogno.
Oggi vorrei diventare vecchio e vorrei che i segni del tempo mi scolpissero il volto e mi confortassero l’anima.
Vorrei raccontare la mia vita agli altri anche se è una vita normale… banale.
Non ho amato molte donne, ma qualcuna sì, in modo diverso ogni volta perché diverse sono le persone e il cuore, solo il cuore, il nostro cuore , decide quando, in che modo amare.
Molte mi hanno lasciato perché stufe di aspettare, di non trovarmi al posto fissato, all’ora fissata…
Mia moglie ha avuto pazienza.
Lei ha sempre pensato che io dimentico perché non ascolto.
Io non so ascoltare. È vero, ma un po’ come tutti gli uomini.
La mia vita è sempre stata facile, ho un buon lavoro e anche una segretaria, efficiente, giovane, carina, che mi ricorda sempre tutto.
Mi dispiace non avere un figlio.
Lui sarebbe stato il mio domani, il domani di cui oggi non sono più sicuro.
Mia moglie è ancora giovane, bella e corteggiata… la desidero sempre, come una volta, e se io dovessi per un qualche motivo lasciarla sicuramente potrà trovare un uomo che la ami e la desideri come me, o forse di più, un uomo che ricordi il suo compleanno, gli anniversari e che le porti dei fiori alle giuste scadenze e mai due volte lo stesso regalo.
I miei amici… sono davvero amici; li conosco da tanto tempo e hanno sempre una racchetta da tennis di riserva per tutte le volte in cui io dimentico la mia e ce n’è sempre un altro pronto a prendere il mio posto quando non arrivo.
Non era mai successo che dimenticassi le parole, non proprio dimenticate… scambiate forse… o confuse, come se la mente e le labbra quel giorno non fossero in completo accordo.
Qualche settimana fa, però, è successo.
Poi è successo ancora.
Ieri di nuovo…
Mia moglie ha detto che non era una cosa normale, ma forse ero solo stanco, stressato.
Ho un amico medico e un giorno invece di salutarlo ho farfugliato un qualcosa che non ho capito neanch’io.
Sono sempre stato bene, non ricordo di aver avuto l’influenza da anni.
La mia è una vita normale… banale, ma è la mia vita e mi piace; adesso però vorrei che il mio domani diventasse più ricco… di emozioni, di cose nuove da costruire e di sogni da far diventare realtà.
Vorrei ricordare da solo il compleanno delle persone che amo, o almeno quello di lei, vorrei imparare ad ascoltare perché non è vero che io non so ascoltare, in realtà non ne ho mai avuto voglia; sono sempre andato di fretta e ho lasciato il compito di ricordare a chi mi stava vicino, per superficialità o per comodità.
L’altro giorno ho dovuto ascoltare e sono stato così bravo da capire anche quello che non mi era stato detto.
Domani… domani mi toccherà lottare, non più contro le onde, non più contro la mia distrazione…
Resto ancora un po’ sugli scogli anche se so che il mare non lo dimenticherò mai, lo amo troppo.
Lei è dentro il mio cuore e il cuore non dimentica mai…
I miei amici sono abbastanza attenti da ricordarsi comunque di me, abbiamo condiviso troppe cose.
Tutto il resto non conta molto…
Domani… domani andrò in ospedale… mio Dio non ricordo a che ora, a che piano, in che reparto; ma sì… l’ho scritto sull’agenda e sul calendario e poi… lei mi accompagnerà…
Il mio amico medico dice che ho qualcosa in testa, come… come un “blob” che mi ruba i pensieri, le parole… la vita.
Il mio amico medico dice che bisogna far presto.
Ho paura, questa è la volta buona… non voglio essere un uomo “senza testa”.
Lidia
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