Cultura
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29/09/2007 00:00

Il Pisciotto e le Cattedrali del mare, nuove adesioni

di Redazione

Anche la Provincia di Latina aderisce al Progetto “Cattedrali del Mare”. E’ stata la stessa Giunta a dare il suo parere favorevole alla proposta dell’assessore alle Attività Produttive Silvio D’Arco, proposta fortemente sostenuta dal Presidente della Provincia Armando Cusani.
Il progetto promuove lo sviluppo sostenibile ed intesse relazioni tra persone e culture, nasce dalla scrittura collettiva del libro Cattedrali dell’archeologia industriale costiera, a cura di Francesco Calzolaio per la Provincia di Venezia, nel quadro di un progetto comunitario finanziato dal programma “Cultura 2000” Archeologia industriale tra terra e mare: per una rete europea di ecomusei, patrocinato dal Ticcih (The International Committee for the Conservation of the Industrial Heritage).
Gli autori del libro sono trentasei specialisti di chiara fama, tra i quali basti citare chi ha fornito i contributi internazionali: Louis Bergeron, presidente onorario del Ticcih e Miljenko Smokvina, presidente della sezione croata.
Il Progetto “Cattedrali del Mare” si propone ora di presentare il libro in una serie di conferenze, che collocano i temi locali in un quadro internazionale, e di consolidare i rapporti tra le istituzioni culturali e quelle amministrative lungo le coste italiane.
Il progetto ha censito nel Lazio tre siti tutti ricadenti nel territorio provinciale di Latina: la ex fornace Sieci di Scauri, la ex vetreria Avir di Gaeta e l’idrovora del Consorzio di Bonifica di Latina ubicata nel comune di Terracina.
Il percorso prevede rotte che tocchino città costiere con l’intento di promuovere scambi culturali, incontri ed approfondimenti, tra addetti ai lavori e cittadini, tra la comunità locale e quella nazionale ed internazionale. L’attività è rivolta ad identificare strumenti per lo sviluppo sostenibile ed accessibile delle risorse culturali lungo la complessa linea tra terra e mare, sia attraverso la divulgazione dei risultati più innovativi della ricerca in merito, sia attraverso la valorizzazione delle risorse locali.
Il primo viaggio della ricerca itinerante toccherà le regioni costiere italiane, a partire dalle località censite nel libro, con una imbarcazione storica ed ospitale, che rappresenti come il mare possa unire non solo i territori ma anche le persone che ad essi si dedicano con passione.
Il viaggio itinerante, in programma per il mese di ottobre attraverso l’utilizzo dell’imbarcazione storica “Liberty Tug” (rimorchiatore del 1948) prevede una sosta di un’intera giornata a Gaeta dove si svolgerà un convegno per la divulgazione dell’iniziativa e del volume, rappresentando un importante momento per la valorizzazione delle risorse locali.
Il progetto rientra nel programma “Cultura 2000” e che l’attività è rivolta a identificare strumenti per promuovere lo sviluppo sostenibile e accessibile delle risorse culturali lungo la complessa linea tra terra e mare.
La costa del Mediterraneo è disseminata di luoghi che rappresentano, come in un caleidoscopio, lo straordinario intreccio tra il territorio, l’uomo e le tecnologie di produzione e di costruzione. Questi paesaggi preziosi e fragili, spesso abbandonati e sottratti alla percezione comune, sono presentati in un viaggio di studio, lungo complesso confine tra terra ed acqua, tra opere della natura e dell’uomo. Per ogni regione italiana si è scelto un esempio emblematico di questo intreccio, nel suo delicato equilibrio tra riconversione ed implosione: cattedrali laiche del lavoro e della cultura. Si è posta l’attenzione su tanti manufatti dimenticati ma anche sui sistemi culturali territoriali cui questi manufatti fanno riferimento: tra i quali i Parchi Geominerario della Sardegna, del Delta del Po e delle Colline Metallifere Grossetane, ma anche il Sistema Ecomuseale della Laguna di Venezia che ha come fulcro il patrimonio di archeologia industriale a Marghera.
Gli addetti ai lavori hanno trattato dei principali arsenali italiani, che sono ancora in uso produttivo e militare, di Venezia, La Spezia e Taranto. Come esempio di recupero del patrimonio industriale costiero hanno scelto la Città della Scienza a Bagnoli e la Manifattura delle Anguille a Comacchio. Alcuni casi presentati sono sul waterfront adiacente alla città storica, come le infrastrutture portuali e gli arsenali appunto, come a Trieste e Comacchio; altri erano del tutto periferici ma ora sono stati avvolti dalla pressione urbana, come nei casi di Follonica, Piombino, Porto Recanati e Vibo Valentia. Altre cattedrali laiche sono isolate sulla linea di costa e raccontano le tante interazioni possibili tra terra mare ed architetture industriali: dai manufatti lanciati nel mare, come le Piattaforme offshore o i Trabocchi abruzzesi, alle borgate incastrate sulla falesia come a Buggerru, Furore e all’Argentiera, all’hangar che sovrasta la costa come ad Augusta. Infine, alcuni casi rimangono ancora in splendida solitudine sulla battigia, come a Sampieri ed a Porto Sant’Elpidio.
Il viaggio è promosso dalle amministrazioni locali, testimoni dell’eredità del patrimonio e responsabili di un suo sviluppo compatibile, e dagli enti culturali ed economici con il fine di costruire da un lato una consapevolezza sinergica e fattiva tra le tante istituzioni che hanno giurisdizione sui sistemi territoriali culturali e sul patrimonio di archeologia industriale, ed allo stesso tempo di allargare il bacino di utenza del patrimonio culturale territoriale tra i cittadini ed i visitatori.
Il viaggio costituisce l’opportunità sia di organizzare degli eventi originali tali da coinvolgere il pubblico vasto dei cittadini e dei turisti, ma anche di promuovere una riflessione tra gli addetti ai lavori, sui contenuti e gli strumenti di questo coinvolgimento.