Ragusa – Si addensano nubi nere sul futuro della ricerca petrolifera in territorio ibleo, secondo notizie raccolte fino ad ieri in ambienti Enimed. Nonostante la disponibilità di tre assessori della giunta Lombardo (all’Economia Gaetano Armao, al Territorio e Ambiente Piercarmelo Russo e alle Attività produttive Marco Venturi) a dare il via libera al pozzo «Tresauro 2», dopo gli interrogativi sulla sua compatibilità con il Piano paesistico, la situazione non si sblocca. Tra l’altro, i contatti informali tra lo stesso presidente della Regione Raffaele Lombardo ed i rappresentanti di Enimed non avrebbero sortito alcun effetto.
Ad aggravare ancora di più la situazione si aggiunge ora il fatto che il pozzo «Tresauro 1» ha ridotto la produzione, toccando il minimo storico, come ci conferma il segretario generale della Uil Giorgio Bandiera. Lunedì, alle 10,30, nella sede della Cgil si terrà una riunione tra i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil ed i dirigenti di Filctem, Femca e Uilcem per decidere l’eventuale ricorso a forme di protesta.
«È paradossale – commenta il segretario generale Uil Bandiera – che laddove esista la concreta possibilità di garantire buoni livelli di produzione e, quindi, di occupazione, c’è qualcuno che impedisce la ripresa dell’attività produttiva. Nell’incontro di dicembre, il presidente Lombardo aveva assicurato che si sarebbe fatto parte attiva. Non vorremmo trovarci quanto prima – aggiunge il dirigente sindacale – di fronte al rischio della perdita di altri posti di lavoro».
Il sindacato ibleo intanto la spunta con Enimed sulle Rsu, ottenendone ben tre per il distretto di Ragusa ed il riconoscimento delle segreterie territoriali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uilcem-Uil nelle contrattazioni politiche di primo livello. «La nuova Rsu ragusana – sottolinea il segretario della Uilcem Giuseppe Scarpata – è entrata già nel vivo del negoziato: c’è da gestire la riorganizzazione di Enimed in ambito regionale, con ricadute gestionali anche per il territorio di Ragusa». Il sindacalista dei lavoratori petroliferi e dell’energia della Uil sottolinea come «preziosissima sia stata la collaborazione del coordinamento regionale e l’intervento deciso del segretario nazionale del comparto energia e petrolio. Alla fine, il risultato è arrivato, ed è sotto gli occhi di tutti i lavoratori di Enimed».
Lo sblocco della questione Rsu con Enimed ha provocato, però, uno scossone all’interno della stessa Uilcem. A seguito delle dimissioni di due componenti della segreteria, Emanuele Di Stefano e Angelo Tirella, l’organismo dirigente è stato totalmente rinnovato con l’ingresso in segreteria di Marco La Rosa e Luca Antoci. Sono stati eletti all’unanimità, alcuni giorni fa, alla presenza del coordinatore Uilcem Sicilia, Emanuele Sorrentino, del coordinatore regionale di comparto Energia e Petrolio, Silvio Ruggeri, e del segretario generale della Uil Bandiera.
Intanto, sempre nell’ambito delle attività industriali, l’altro giorno, è arrivato il no all’attivazione dei “contratti di solidarietà” dai lavoratori dell’Ancione Spa, riuniti in assemblea.
Mentre si aprono spiragli inaspettati nella vicenda «Socotherm», la fabbrica di tubazioni in polipropilene, con anima in acciaio, per il trasporto di gas e olio in acque basse, profonde ed ultra profonde. L’azienda veneta, primo “contractor” di Eni per Saipem, ha messo in campo un forte piano di ristrutturazione. Il nuovo cda, che fa capo oggi ad una venture di capitali stranieri, pensa ora di ripartire con le produzioni e un nuovo piano industriale per lo stabilimento di Pozzallo, già dal primo semestre del 2011. Rimane, invece, sempre incerta la prospettiva della chimica, che a fine mese conoscerà un passaggio vitale: Polimeri Europa presenterà il piano industriale.
Anche se il segretario della Uilcem Scarpata non può fare a meno di ricordare che «circa il 20 per cento degli occupati, non solo nella chimica, ma anche nel gas, nell’energia e petrolio, e nel settore elettrico, sono laureati, più del 50 per cento sono lavoratori diplomati, cui occorre dare delle risposte sempre più precise. È mutato – sottolinea il dirigente di categoria dei lavoratori chimici ed energetici – il ruolo del rappresentante sindacale, non più statico custode di tradizioni antiche, ma dinamico conoscitore della realtà in cui opera per stare al passo delle aziende, dei contratti e delle nuove rivendicazioni».
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