Attualità
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20/07/2009 18:01

Il preside Vecchio: L’Università con chi mantiene la parola data

di Giorgio Caruso

Modica – “L’università va laddove l’ente locale mantiene la parola data, altrimenti, se deve decidere di investire di tasca propria, fa le scelte più opportune”. E’ il pensiero di Giuseppe Vecchio, preside uscente della facoltà di Scienze Politiche, espresso tra le righe del periodico web dell’ateneo catanese. Vecchio, che al termine di due mandati, si appresta a lasciare il posto al professore Giuseppe Barone, interviene in merito al decentramento. ”Un decentramento – dice il preside Vecchio – è fatto di due cose: delle risorse necessarie per mantenerlo e delle presenze sociali che lo giustificano. Se non ci sono contestualmente tutte e due, non ha senso fare il decentramento”. La risposta giunge ad una precisa domanda che si rifà ad una dichiarazione del professore Giuseppe Barone il quale – come si legge – “ha affermato che è assurdo chiudere un Corso di laurea come quello di Modica con migliaia di iscritti e un forte legame col territorio”. Vecchio non è dello stesso avviso del suo successore. “Noi – dice – abbiamo più di 600 studenti a Modica, ma il comune di Modica non ha pagato sette milioni di euro. Può l’Università farsi carico di questa spesa? Se noi impegniamo i professori che dovrebbe pagare Modica e che adesso paghiamo noi solo su Modica – aggiunge il vertice della facoltà di Scienze Politiche -, sarebbe ingiusto nei confronti del resto dell’ Università. Se invece le stesse persone le portiamo a Catania, mettiamo tutti sullo stesso piano. Se l’Università deve investire di tasca sua un milione di euro di stipendi, perché investirli a Modica e non a Siracusa, o a Giarre, o altrove? Se il milione lo mette l’ente locale – conclude il professore Giuseppe Vecchio -, allora ho la giustificazione per investire in quel posto”.