Con chirurgia toracica non sarebbe successo
di Gazzettadelsud

Comiso – E’ ancora in prognosi riservata al “vecchio” Garibaldi di Catania, ma i medici si dicono fiduciosi sulla ripresa di G.I., 23 anni, di Comiso, vittima giovedì pomeriggio di un grave incidente autonomo in contrada Comuni, alla periferia di Comiso. Ma soprattutto protagonista di un’autentica odissea che sa tanto di malasanità e che poteva costargli la vita.
Se non ci fosse stato l’intervento diretto del sindaco di Comiso, Giuseppe Alfano, che ha allertato il direttore generale dell’Asp, Ettore Gilotta e, subito dopo, l’impegno personale del manager, che è riuscito a mezzanotte a reperirgli un posto nel “vecchio” Garibaldi, per essere operato d’urgenza al torace (un'”impresa” rivelatasi titanica per il 118, a cui tutte le divisioni di chirurgia toracica della Sicilia orientale avevano risposto picche), G.I. sarebbe morto tra le braccia dei medici del pronto soccorso del Civile.
Alle 16.30 di giovedì, G.I. rimane vittima dell’incidente. Politraumatizzato, viene soccorso da un’automobilista che lo porta al pronto soccorso del “Regina Margherita”, dove i medici con grande professionalità, riescono a stabilizzarlo e, specificamente, a mitigarne le difficoltà respiratorie. Urge, però, una Tac per approfondire le condizioni assai critiche e G.I. viene portato a Vittoria. Inizia l’esame, ma la Tac, pur riparata il giorno prima, va in tilt. Altra corsa in ambulanza e trasferimento al “Civile”, ove la Tac conferma le condizioni assai serie: G.I. ha fratture multiple agli arti inferiori, ma soprattutto un trauma toracico gravissimo.
Solo le 21, urge un intervento al torace per arrestare l’emorragia, ma a Ragusa Chirurgia toracica è stata ormai dismessa. I medici sono in febbrile contatto con il 118 e con l’eliambulanza, ma gli ospedali catanesi e quelli di Messina negano, per mancanza di posti letto, il ricovero.
I parenti di G.I., disperati, riescono a contattare, poco prima della mezzanotte, il sindaco Alfano che si fa carico della problematica, chiamando il direttore generale Ettore Gilotta. Il manager, grazie alla conoscenza diretta dei medici del Garibaldi, riesce ad ottenere la disponibilità.
Ma l’odissea di G.I. non è finita: l’eliambulanza non può atterrare a Ragusa. Il giovane viene trasferito in ambulanza nuovamente a Comiso e solo in tarda nottata arriva al Garibaldi, dove i medici lo operano, arrestando l’emorragia e riducendo alcune fratture. Per G.I. saranno necessarie altre operazioni, ma la sua vita è salva.
Tanti gli interrogativi: «Credo – spiega Giuseppe Alfano – che sia davvero il momento di mettere mano alla riorganizzazione del 118, perché non è pensabile che non riesca ad individuare un ospedale ove ricoverare un soggetto traumatizzato. Ma è anche, forse, il momento di ripensare alla riorganizzazione della sanità in provincia».
Chiaro anche quest’ultimo riferimento: perché Chirurgia toracica, inglobata in Chirurgia generale, non esiste più? Perché una provincia così piccola come quella iblea, deve avere ben sei ospedali, ma poi manca di tante divisioni indispensabili e d’urgenza? Perché non ha mai funzionato a Ragusa la pista di atterraggio? Non sarebbe meglio mettere da parte i campanilismi, dotando tutte le città di adeguate strutture di primo soccorso e prima emergenza, ma creando (se assenti) e accentrando in un unico grande ospedale tutte le divisioni ed unità operative che garantiscano ogni grande emergenza come, ad esempio, Chirugia toracica, Neurochirurgia, Cardiochirurgia e Chirurgia vascolare?
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