Ai Frantoi Cutrera, l'anno zero del progetto
di Redazione

Chiaramonte Gulfi – Un tesoro nelle acque dei frantoi. In dialetto era chiamata “acquazza” e non è altro che l’acqua di vegetazione che si estrae dalle olive, costituite da acqua in percentuali variabili dal 40 al 70%.
Ma quello che fino ad oggi è stato un enorme problema per le aziende, cioè lo smaltimento di questa sostanza, considerata un rifiuto, può diventare una risorsa, grazie al progetto di un’azienda mantovana: si chiama “Fenoil” e grazie a questa idea sarà possibile ricavare dalle acque di vegetazione delle olive prodotti utili all’industria farmaceutica e cosmetica.
E l’anno zero del progetto, in Sicilia, è stato attuato ai Frantoi Cutrera, ritenuti rappresentativi dell’intera Isola. Che l’olio d’oliva contenta polifenoli è una cosa nota: sin dall’antichità, infatti, veniva utilizzato per evitare smagliature e come antirughe naturale. I polifenoli, sono contenuti in grossi quantitativi proprio nell’acqua di vegetazione: conosciuti anche come biofenoli, contengono le sostanze con il più alto potere antiossidante conosciuto.
Sono anche dei potenti antinfiammatori le cui proprietà benefiche sono state riconosciute grazie a recenti studi universitari. L’acqua di vegetazione veniva usata, in certe quantità, come fertilizzante nei terreni. Sebastiano Salafia, AD di Frantoi Cutrera, spiega: “Noi siamo stati fra i primi ad utilizzare la tecnica di estrazione a ciclo continuo a due fasi. Succede questo: da un lato, si ottiene l’olio, dall’altro il materiale di scarto. Il prodotto di scarto assomiglia ad una fanghiglia, ed è costituito da una parte solida, dove è contenuto il nocciolino, e una liquida. Il nocciolino, se opportunamente trattato, diventa un ottimo materiale combustibile, una specie di pellet. Molti chiaramontani, infatti, hanno la caldaia a nocciolino proprio perché i frantoi ne producono grandi quantità. Il problema, dunque, era soprattutto legato allo smaltimenti del materiale liquido, perché si ottiene un’acqua più densa e quindi più difficile da smaltire”.
I costi di smaltimento, dunque, sono molto alti. L’azienda Renovo, grazie a questo progetto, ha trovato una soluzione per riutilizzare quest’acqua preziosa. Ai Frantoi Cutrera è stato installato questo speciale macchinario per permettere l’estrazione di acqua pura, ricchissima di polifenoli. “L’acqua viene trattata grazie ad una serie di processi brevettati dalla nostra azienda”, spiega Riccardo Delisi, ricercatore del progetto Fenoil. “Abbiamo scelto Chiaramonte come sede dell’anno zero del nostro progetto perché, in tutta la Sicilia, è conosciuta come la città dell’olio, la più rappresentativa in assoluto”.
© Riproduzione riservata