di Redazione
Palermo, 18 gen. Fiocco rosa alla “Fondazione San Vito Onlus” di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. Per la prima volta da quando la Fondazione ospita richiedenti asilo politico (attualmente sono in 44, compreso tre bambini), è nata una bimba da una giovane immigrata. Si chiama Emmanuela, nata 3,870 kg all’ospedale di Castelvetrano dove la mamma, Sharon Odeh, è stata seguita in questi mesi e dove ha partorito con cesareo. La storia di Emmanuela, raccontata sul numero del quindicinale diocesano “Condividere”, venuta alla luce in Sicilia, inizia in Libia. In quella terra di passaggio, lontana dalla Nigeria, è avvenuto il concepimento. Sharon ed Evans Omorodion, anche lui nigeriano, si sono conosciuti in Libia, dove hanno vissuto alcuni mesi prima di imbarcarsi verso la Sicilia. Ma i loro destini si erano separati: lui, Evans Omorodion Asia, era riuscito a partire prima su un barcone di fortuna; lei, Sharon Odeh, è arrivata a Lampedusa qualche mese fa, poi il trasferimento alla “Fondazione San Vito Onlus”. La nascita della loro bimba li ha fatti riabbracciare proprio a Mazara del Vallo. Il papà, attualmente ospite del centro “Amahoro” alla periferia di Roma e in attesa del permesso di soggiorno, è arrivato nella cittadina del trapanese per riconoscere la piccola. Così ha potuto riabbracciare Sharon, anche lei in attesa del permesso. Il giovane ha fatto rientro nel centro di Roma, dove il prossimo marzo terrà il colloquio con la Commissione territoriale. Per la bimba, intanto, è scattata una vera gara di solidarietà tra gli operatori della Fondazione, per l’acquisto del corredo, del passeggino e di tutto il necessario. “Questo è il vero volto dell’accoglienza ha commentato il vescovo, monsignor Domenico Mogavero, delegato per le migrazioni della Conferenza episcopale siciliana dove i rapporti umani vengono vissuti oltre le religioni. L’esperienza pratica che la Fondazione, con tutti i suoi operatori, in questi anni sta facendo nell’accogliere i richiedenti asilo è una testimonianza di vita che arricchisce non soltanto i ragazzi migranti, ma anche tutti noi”. Anche altre due ragazze subsahariane, ospiti della Fondazione, sono in attesa di altri due bambini che nasceranno nei prossimi mesi.
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