Una delle dive più anticonformiste del cinema italiano ci ha lasciato
di Un Uomo Libero.

Qualche giorno fa, 23 giugno 2025, è uscita in punta di piedi dal palcoscenico del mondo Anna Maria Massatani, in arte Lea Massari.
Una delle dive più anticonformiste del cinema italiano ci ha lasciato nel silenzio della calura dell’estate imminente portando via con sé le cento vite di donne alle quali ha dato anima e corpo per il cinema non solo italiano ma anche internazionale.
Ho voluto ricordarla rivedendo una delle sue interpretazioni più iconiche degli anni Ottanta che tanto ha emozionato la mia fantasia e la mia sensibilità d’uomo: “Quaderno proibito”, il celeberrimo sceneggiato televisivo, tratto dal romanzo omonimo di Alba de Cespedes, trasmesso dalla RAI nel 1980 in quattro puntate. Oltre a Lea Massari, protagonista indiscussa e indiscutibile della splendida riduzione televisiva, Omero Antonutti, Elena Zareschi, Andrea Occhipinti, Roberta Paladini e la partecipazione straordinaria di uno strabiliante Giancarlo Sbragia, la regia di Marco Leto.
“Quaderno proibito” fu uno dei primi timidi tentativi della RAI di illustrare la nuova società italiana uscita dalle urne del referendum abrogativo del 1974 che introduceva in Italia l’Istituto del divorzio, anche se la storia racconta la vita di una donna, Valeria, impietosamente fotografata dall’Autrice Alba De Cespedes nella sua monotona e frustrante quotidianità nella primavera del 1951.
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Un autentico dramma borghese e chi più di Lea Massari poteva rappresentare la piccola borghesia romana del Novecento, se non lei che ne aveva fatto parte?
In un contesto familiare si scontravano due mondi lontani: il mondo dell’apparenza, sopravvissuto a due guerre mondiali, nel quale la verità spesso era stata soffocata dall’esteriorità e dai condizionamenti di una morale ipocrita; e il mondo segreto della coscienza e degli affetti.
Valeria, segretaria del capo di un’importante impresa, un ingegnere, per una banale coincidenza, dopo anni e anni di lavoro a stretto contatto, per la prima volta raccoglie le confidenze di un uomo che riteneva felice.
Anche lei, sposata a un modesto impiegato di banca e madre di due figli ormai adulti e universitari, da parecchio ha visto sfiorire la sua giovinezza assorbita dagli egoismi di una famiglia “perbene” nella quale ognuno cerca solo il suo interesse.
In un attimo di struggente fragilità Valeria confessa al capo la malinconia della sua condizione di donna abusata e umiliata quando quest’ultimo le rivela il fallimento del suo matrimonio, abilmente occultato dietro una maschera di falso perbenismo e di apparente tranquillità.
S’incontrano così due solitudini, due destini, che solo nelle righe di un diario segreto scritto da Valeria potranno ritrovarsi per concedersi romantici e fugaci momenti d’intima evasione.
Il verismo dell’arte di Lea Massari nelle vesti di Valeria, l’abilità di Giancarlo Sbragia nei panni del capo, riuscirono perfettamente a costruire un amore nella magica cornice postbellica della Capitale.
“Quaderno proibito” fu uno sceneggiato che seppe tenere incollati al piccolo schermo milioni di telespettatori.
Si rappresentavano già in esso un mondo e una società in evoluzione, nati dalle ceneri della vecchia morale perdente del “Dio, Patria e Famiglia”, che preludevano a un pensiero nuovo incarnato dai figli di Valeria aperti a legami liberi e non più convenzionali. L’Italia degli anni Ottanta del Novecento, appunto.
Grazie Lea per questa splendida e indimenticabile interpretazione che ci hai regalato, fra tante altre.
Che la terra ti sia lieve.
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