Cultura
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06/10/2018 21:38

In morte di Piero Guccione

Riflessione da Venezia

di Sandro G. Franchini

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Piero Guccione
Piero Guccione

Scicli – Il lutto per la perdita di Piero Guccione colpisce tutta la città di Scicli e tutti coloro che sono legati a Scicli da vincoli di affetto. Di Guccione, nei prossimi giorni, i molti amici celebreranno l’opera artistica, i collegamenti nazionali e internazionali, la grande stima di cui era circondato.
Io posso ricordare un piccolo aneddoto in questo senso: ero a Parigi per uno dei viaggi di lavoro che all’epoca -circa venticinque anni fa- mi portavano in quella città e mi trovai a chiacchierare del più e del meno con l’amico Claude Bernard, celebre gallerista di rue des Beaux Arts. Gli raccontavo di Scicli e subito Claude mi parlò con entusiasmo di Piero Guccione. Confesso che, nella mia ignoranza (non sono del resto uno studioso d’arte), non ne conoscevo l’opera. Solo poi avrei avuto modo di apprezzare questo grande artista e la scuola che si era creata attorno a lui, e mi fece piacere ritrovare a Parigi una voce che mi parlava di Scicli, dei suoi paesaggi, del suo mare.
Negli anni successivi la frequentazione di alcuni amici di Guccione mi ha permesso di conoscerlo meglio. Tra i vari aspetti della sua ricca personalità, oltre ai meriti artistici, quello che più mi ha sempre colpito è stato il suo alto senso civico, il suo spendersi par la sua città, e le sue battaglie discrete, non chiassose, in linea con la sua fine sensibilità, senza arrendersi anche di fronte alle incomprensioni, perché Scicli crescesse nel segno di una vera cultura, nel rispetto della sua anima e della sua storia. Assieme a un gruppo di amici, Guccione ha saputo compiere il miracolo di rendere Scicli famosa nel mondo, famosa in nome dell’arte, della bellezza. La ricchezza di Scicli lasciataci da Guccione è nei suoi silenzi, nei suoi mari infiniti, nella bellezza composta, nella sapienza di una grande tradizione di fede e di austera nobiltà.
Che la sua morte possa essere di sprone a non disperdere questa eredità unica di valori e di sensibilità.
Auspicio impossibile? Sogno ormai ingenuo in un’epoca che sembra così lontana da quei silenzi e da quella sapienza? Sarebbe davvero un bella sfida da raccogliere. E solo gli Sciclitani possono farlo.